ANTEPRIMA!
estratto da:
PEDOFILIA
INFANZIA NEGATA E VIOLATA
“Les grandes personnes ne comprennent
jamais rien toutes seules, et c’est fatigant, pour les enfants, de toujours et
toujours leur donner des explications.”
Antoine de Saint-Exupéry, Le Petit Prince
Pour Toi
Daniela Zini
Au début j’étais amoureuse
De la splendeur de tes yeux,
De ton sourire,
De ta joie de vivre.
Maintenant j’aime aussi tes larmes
Ta peur de vivre
Et le désarroi
Dans tes yeux.
Mais contre la peur
Je t’aiderai,
Car ma joie de vivre
Est encore la splendeur des tes yeux.
Rome,
le 11 août 2011
“It is easier to build strong
children
than to repair broken men.”
Frederick Douglass
Cari Ragazzi
Voi siete gli
animatori delle nostre case, delle nostre aule, nel mondo intero…
Sì, ho pensato,
subito, a Voi, perché Voi siete sensibili e attenti al dolore e alle sofferenze
di quei Ragazzi che, in questo stesso momento, sono, in strada, gli occhi
impauriti, pieni di dolore, in cerca della loro famiglia, di un segno di vita e
di un senso di tutto ciò che accade loro.
Io mi rivolgo a
Voi perché Voi siete generosi, capaci di gesti coraggiosi.
La gatta ama i
suoi piccoli. Ma non li distingue più, una volta che sono divenuti adulti.
Invece, nel corso del suo cammino, l’uomo è, costantemente, obbligato a
scegliere. Può decidere di far mangiare, prima di lui, la persona che ama.
Mi piace ripetere
questa frase:
“L’uomo è l’immagine
di Dio.”
Alcuni ci
scherzano su, rispondendo:
“Beh, allora Dio
non è molto bello!”
Ma io paragono l’uomo
a Dio come il sigillo che viene impresso nella cera. Non conosco il timbro,
forse, non lo vedrò mai, ma se osservo, con attenzione, me stessa in
profondità, scopro l’infinito. L’uomo è immagine di Dio in negativo, perché
tutto ciò che grida in lui, tutto ciò che tende a superare la legge naturale,
che è soggetta a istinti brutali, rappresenta una scelta. Non esiste la
generosità istintiva. Se non esistesse nel cosmo quella piccola nullità che è l’uomo,
dotato della libertà che gli permette o di raccogliere, da egoista, tutto ciò
che trova, anche a scapito degli Altri, o di sforzarsi di aiutare il prossimo a
condurre una vita migliore; se non vi fossero gli esseri umani, che non sono
altro che polvere infinitesimale del cosmo, l’universo nella sua totalità
sarebbe assurdo.
E questo che cosa
significa?
Se la libertà non
fosse in grado di sprigionarsi in qualche momento cruciale – quel momento che
io chiamo attenzione – la vita sarebbe assurda…
Io Vi domando di
trasmettere questo messaggio alle Vostre famiglie, alle persone del Vostro
quartiere, alla Vostra scuola, affinché la catena di solidarietà cresca nel
mondo intero e divenga un segno di speranza e di amore concreto.
Io sono sicura che
il Vostro cuore Vi suggerirà le parole per fare delle Vostre case, delle Vostre
scuole, luoghi di solidarietà.
Restiamo uniti con
tutti i Ragazzi del mondo e tra noi: l’unione fa la forza!
Vi ringrazio di
cuore.
Crediate in tutto
il mio affetto.
Daniela Zini
“È difficile immaginare un ostacolo più grande di quello
rappresentato dal commercio sessuale di Bambini nel cammino verso la
realizzazione dei diritti umani. Eppure la tratta dei Bambini è solo un
elemento del problema ancora più diffuso e profondamente radicato degli abusi
sessuali. Milioni di Bambini in tutto il mondo sono sfruttati per il sesso a
pagamento. Acquistati e venduti
come un qualsiasi bene, fatti oggetto di commercio all’interno e all’esterno
dei confini nazionali, gettati in situazioni quali i matrimoni forzati, la
prostituzione e la pornografia infantile. Molti di loro subiscono danni
profondi e, talvolta, permanenti. Il normale sviluppo fisico ed emotivo viene compromesso,
come pure l’autostima e la fiducia. Alla stragrande maggioranza viene, anche,
negato il diritto all’istruzione come pure il minimo momento di divertimento e
gioco.”
con
queste parole il direttore generale dell’UNICEF
Carol Bellamy presentava il Rapporto
sullo Sfruttamento Sessuale dei Bambini, pochi giorni prima dell’apertura
del secondo Congresso Mondiale contro lo
Sfruttamento Sessuale dei Bambini [http://www.unicef.org/events/yokohama/index.html],
svoltosi a Yokohama, tra il 17 e il 20 dicembre 2001.
Ho
constatato, nelle mie investigazioni, che la pedofilia è un tema difficile da
affrontare, ambiguo e soggetto a polemica. Osare parlarne è darsi la
possibilità di trattare e dominare, in profondità, il problema dell’abuso
sessuale per meglio combatterlo.
Possano
i nostri Bambini attraverso l’informazione, la prevenzione, divenire più forti
e meglio protetti all’esterno e all’interno dell’ambiente familiare.
La
vulnerabilità e l’innocenza dei Bambini sono abusate, deliberatamente o no, da
aggressori sessuali per saziare desideri devianti compulsivi o da pedosessuali
incoscienti.
La
mia speranza è di aiutare i Bambini, facendomi loro portavoce, per proteggerli
come avrei voluto essere protetta, io stessa, da abusi di altro genere, quando
ero una Bambina.
Parafrasando
una frase dell’Esodo, in merito alla
schiavitù d’Egitto del popolo di Israele:
“Vidi la sofferenza
dei Bambini e me ne sono presa cura.”
VII. PEDOFILIA
IN VATICANO
1.
Massachusetts Catholic Sex Abuse
Scandal
di
Daniela Zini
“Ovunque sia il corpo,
là si raduneranno le aquile.”
Matteo 24, 28
“Se è
possibile allenare al coraggio fisico, allora perché non anche a quello morale?
Se la mente può essere addestrata a esporre il corpo alle ferite e alla morte
senza timore, l’anima non può essere addestrata a restare fedele alle proprie
convinzioni, a rifiutare la tentazione, il pregiudizio, la diffamazione e la
persecuzione? Il coraggio morale si sviluppa attraverso l’esperienza e l’insegnamento,
e metterlo alla prova serve a fortificarlo. Spesso un giornalista si trova di
fronte a un apparente dilemma: piegarsi a un’inclinazione popolare che sa
essere sbagliata o rischiare le conseguenze dell’impopolarità. La fedeltà alle
proprie convinzioni può e deve essere insegnata come precetto ed esempio, non
soltanto come nobile principio ma come sana politica. Forse che cento esempi
concreti di inflessibile devozione verso ciò che è giusto non agirebbero da
esortazione morale per un giovane che vuole diventare un giornalista vero?”
Joseph Pulitzer
“Mi si
obietta che la moralità, come l’istinto per la notizia, non può essere
acquisita, ma deve essere innata. Prendo questa obiezione assai sul serio,
poiché per me un giornalista privo di moralità e privo di tutto.”
Joseph Pulitzer
Nell’estate
del 2001, arriva, da Miami, alla redazione del quotidiano più diffuso di Boston
e della regione del New England, The Boston
Globe, un nuovo direttore, Marty
Baron, deciso a far tornare il giornale in prima linea su tematiche anche
scottanti, liberando dalla routine il
team di giornalisti investigativi che
è aggregato sotto la sigla di Spotlight.
Il primo argomento di cui vuole che il giornale si occupi è quello relativo a
un sacerdote che, nel corso di trent’anni, ha abusato di minori senza che
contro di lui fossero presi provvedimenti. Baron è convinto che il cardinale di
Boston, Bernard Francis Law, sia al corrente del problema, ma che abbia fatto
tutto ciò che era in suo potere perché la questione venisse insabbiata.
Nasce,
così, una inchiesta che porta alla luce un numero molto elevato di abusi di
minori in ambito ecclesiale.
L’indagine
valse, nel 2003, il Premio Pulitzer di pubblico servizio al quotidiano statunitense.
In conferenza stampa, il regista Tom McCarthy aveva
usato le stesse parole di uno dei suoi protagonisti per spiegare l’abominio
commesso da preti, un “abuso fisico ma anche spirituale”,
perché le vittime provenivano da famiglie povere, che erano state tradite,
anche, nella fede.
Spotlight è un film
di inchiesta asciutto e incalzante che parte da dati oggettivi e
incontestabili per riflettere sulla necessità di un cambiamento radicale della
Chiesa e sulla importanza della libertà di stampa.
“Il nuovo Papa è straordinario nell’aver portato la Chiesa in
una nuova posizione. Tutti devono contribuire a fermare questi episodi e se
qualcuno lo farà, sarà Bergoglio.”,
avevano sostenuto Mark Ruffalo [il redattore
Michael Rezendes] e Stanley Tucci [avvocato delle vittime].
“L’obiettivo di Spotlight”,
aveva dichiarato McCarthy,
“non è distruggere la Chiesa, ma raccontare la verità sull’onda
del nuovo corso impresso dal Papa.”
Sul papa il regista ripone una grande fiducia per
le sorti della Chiesa, che ha coperto, per venti anni, gli abusi di sacerdoti.
E aveva ribadito:
“Non mi aspetto alcuna reazione. Mi piacerebbe che Papa
Francesco vedesse il film, ma preciso che questo
non è un attacco alla Chiesa.”
“Tutti”,
aveva aggiunto Ruffalo, l’unico del cast con Tucci
e il regista alla presentazione del film
a Venezia:
“non solo la Chiesa, ma anche le famiglie, lo stesso giornale,
le autorità a Boston per anni hanno fatto finta di non vedere.”
Anche Ruffalo si era augurato che papa Francesco
vedesse il film:
“Lo utilizzino per cominciare a curare le ferite che la Chiesa
stessa ha subito da quei fatti.”
Tucci si era detto fiducioso:
“Se vi è qualcuno che potrà fermare questo fenomeno è Papa
Francesco.”
Le ferite da sanare sono duplici, fisiche e
spirituali:
“Ti rubano la Fede!”,
è la denuncia di una delle vittime nel film.
Delle molestie, degli abusi, delle violenze, Spotlight non entra nel merito. Non vi
sono scene morbose, nessuna immagine di Bambini toccati.
Non erano necessarie!
Il fulcro è l’insabbiamento di vicende che erano
divenute un sistema coperto dalle autorità ecclesiastiche.
Alla proiezione del film per la stampa un doppio battimani, l’ultimo dopo i titoli di
coda con i numeri degli abusi perpetrati in tutto il mondo da preti pedofili:
249 sacerdoti coinvolti, 1.000 vittime.
“E
chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
Chi
invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe
meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e
fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È
inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene
lo scandalo!”
Matteo
18, 5-7
Città del Vaticano [askanews] - Il Cardinale Bernard Law, il
religioso che non denunciò i preti pedofili nell’ambito del caso Spotlight nel
2002, è morto all’alba del 20 dicembre 2017, dopo una lunga malattia. La
notizia è stata resa nota dalla Sala Stampa Vaticana.
Non si esce indenni da un film come Spotlight di Tom McCarthy!
Spotlight,
premiato, nel 2016, all’ottantottesima cerimonia di consegna
degli Academy Awards come Migliore Film e Migliore Sceneggiatura Originale, [https://www.youtube.com/watch?v=iChdgXsegvY],
è un film del 2015, coscritto e
diretto da Tom McCarthy, per il
quale il regista ha voluto sul set
due supereroi – quali Birdman e Hill –, Michael Keaton a interpretare il ruolo
del capo della redazione e Mark Ruffalo quello del Premio Pulitzer Michael Rezendes, Rachel McAdams, Stanley Tucci e l’attore
canadese Len Cariou nella parte del cardinale Bernard Francis Law, l’arcivescovo
che sapeva, ma aveva coperto i preti e che, dopo lo scandalo, fu costretto a
lasciare l’incarico e, da Boston, trasferito da Papa Wojtyla, a Roma.
Era l’Epifania
del 2002, quando, in un soffio di ironia blasfema, giungono alle cronache
americane le prime rivelazioni sullo scandalo degli abusi sessuali sui Bambini,
perpetrati da sacerdoti cattolici dell’Arcidiocesi di Boston.
Il film racconta una storia vera: l’inchiesta condotta, nel 2001, con
sensibilità e precisione, da una squadra di giornalisti investigativi del giornale
statunitense The Boston Globe,
denominata, appunto, Spotlight, e guidata
da Walter Robinson, per scoperchiare il Vaso di Pandora, in cui le alte
gerarchie cattoliche di Boston avevano riversato il MALE, per coprire una
settantina di preti pedofili nella grande diocesi conservatrice americana, che,
valse il Premio Pulitzer di pubblico servizio al
quotidiano, nel 2003.
L’inchiesta, che, secondo le vittime
e le élites della città di Boston, è
un modello di competenza, di esigenza, di coraggio giornalistico arrivò a individuarne 87 e di 70 ricostruì i
crimini, in modo tanto inoppugnabile da indurre alle dimissioni il cardinale
Bernard Law, che, nel corso degli anni, aveva avallato la pratica di spostare i
preti colpevoli da una parrocchia all’altra, rendendo, così, possibile il
ripetersi delle aggressioni su minori.
Una forma di
riabilitazione, dunque, per una professione disprezzata, associata alla ricerca
dell’audience, allla compiacenza del
potere, al gusto del sensazionale e dello scandalo.
Ma questo film è, anche, e, soprattutto, una straordinaria lezione per quanti
hanno tardato, in seno alla gerarchia cattolica, ovviamente, in certe élites responsabili e nelle schiere di
fedeli, ma anche tra i giornalisti vicini alla istituzione, a stabilire la
giusta misura degli abusi sessuali del clero, ad aprire gli occhi su questo terribile
tradimento morale di ecclesiastici pedofili.
Vi sono molti modi per esprimere il
proprio sdegno di fronte ai sogghigni dei nemici della Chiesa – questi laici di
sempre – pronti a regolare i loro conti, di fronte al linciaggio mediatico, nel
clima di astio e di odio che pesa su una istituzione educatrice in materia di
costumi, ma intrappolata dalle sue incoerenze e dalle sue deviazioni.
Confessiamolo, noi abbiamo tardato a
credere alla manipolazione di un clero ossessionato dalla paura dello scandalo,
di un processo contro una Chiesa che ha perso il suo lustro di un tempo; ma che
ha mantenuto un potere di influenza considerevole sulla società, sui costumi, sulla
politica.
Noi abbiamo gridato al processo
iniquo, per la sola ragione – ed è indiscutibile! – che la pedofilia non è solo
un flagello cattolico; ma una realtà universale che trova il suo terreno di
elezione – se, così, si può dire – in tutti gli ambienti: familiare,
insegnante, etnico, sportivo, diplomatico.
Noi abbiamo ragione di ricordare che
tutte le istituzioni, più o meno gravemente, sono state colpite da queste
derive e che non vi è nesso tra il celibato sacerdotale e pedofilia.
Noi abbiamo ragione di ripetere che
la maggioranza dei crimini pedofili è di natura incestuosa e che le prigioni
sono popolate da predatori sessuali sposati e padri di famiglia.
cardinale Bernard Francis Law
Bernard Francis Law, figlio unico di Bernard A. Law e di Helen
Stubblefield, nasce nella città messicana di Torreón, il 4 novembre 1931. Suo
padre è un colonnello dell’Aeronautica Militare americana e un veterano della Prima
Guerra Mondiale. Law cresce, di conseguenza, nelle basi militari negli Stati
Uniti e in America Latina dove suo padre prestava servizio.
Il 21 maggio 1961, fu ordinato presbitero per la diocesi di
Natchez-Jackson, nella cappella del Pontificio Collegio Josephinum dall’arcivescovo
Egidio Vagnozzi.
L’11 gennaio 1984, papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo
metropolita di Boston e prende possesso dell’arcidiocesi il 23 marzo successivo.
Il 25 maggio 1985, papa Giovanni Paolo II lo crea cardinale e gli assegna il titolo di Santa
Susanna.
Nel gennaio del 2001, viene coinvolto nel processo contro padre
John Geoghan, un pedofilo seriale che verrà, poi, ucciso in carcere da Joseph
Lee Druce, un altro detenuto.
Il quotidiano statunitense The
Boston Globe pubblica una inchiesta, dalla quale emerge che nell’Arcidiocesi
di Boston molti preti pedofili venivano spostati di parrocchia in parrocchia e
che la stessa Arcidiocesi siglava decine di accordi stragiudiziali riservati
con le vittime. Secondo il giornale questa linea di comportamento, un autentico
“protocollo”, risaliva al predecessore di Law, il cardinale Humberto Sousa Medeiros.
Il 13 dicembre 2002, papa Giovanni Paolo II accetta la sua
rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi.
papa
Giovanni Paolo II e il cardinale Bernard Francis Law,1985
Il presidente americano George Bush e il cardinale Bernard Francis Law nella sala ovale,
1989.
Noi avevamo ragione di gridare allo
scandalo quando alcuni hanno fatto risalire questi scandali più dappresso a un
papa come Giovanni Paolo II, cantore e vincitore della lotta contro il
comunismo, poi, al suo successore Benedetto XVI, il tedesco Joseph Ratzinger,
che una certa stampa, già, appena eletto, nel 2005, aveva, vergognosamente,
nazificato e contro il quale si era accanita fino alle sue inattese dimissioni,
nel febbraio del 2013.
Attaccare papa Giovanni Paolo II
sarebbe stato demitizzarne il mito.
Come immaginare che un pontificato
così luminoso come quello del 264º papa della Chiesa, il polacco
Karol Józef Wojtyla [1978-2005], che aveva, eroicamente,
contribuito ad aprire una era di libertà e di democrazia in Europa, terminasse
nel fango per i racconti di abusi commessi da pochi preti deviati nei Paesi
modello di cristianità!
Perché sono stati, dunque, necessari
tanti anni per ravvedersi, per aprire gli occhi su una realtà che nessuno, in
verità, ignorava e risaliva a decine di anni prima?
Perché, anche, l’uscita, più di
quindici anni dopo i fatti, di un film
come Spotlight
sullo scandalo di Boston, sull’occultamento di documenti accusatori di
ecclesiatici molto accurati su di loro, sulla complicità dimostrata dell’arcivescovo,
allora in carica e vicino a Giovanni Paolo II, il cardinale Bernard Francis Law,
dimessosi, il 13 dicembre 2002, ma nominato dallo stesso papa arciprete nella
Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, un incarico prettamente onorifico [http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2017/12/20/01016-20171220ARTFIG00168-scandale-pedophile-de-boston-mort-du-cardinal-qui-avait-couvert-des-pretres.php]?
Per il Vaticano, in caso di abusi di
preti su minori, i vescovi non sono tenuti a contattare la polizia.
Forse, perché occorre tempo per accertare
l’accaduto?
Perché, poi, hanno parlato
liberamente?
Perché vi sono, sempre, casi in
corso, come quello che sta investendo, oggi, l’Italia e che coinvolgerebbe – il
condizionale è d’obbligo! – la Arcidiocesi di Napoli per non avere sanzionato e
allontanato un prete notoriamente pedofilo
https://www.youtube.com/watch?v=ZAh5NN8LspY,
https://www.youtube.com/watch?v=LCQUSS29yBA,
https://www.youtube.com/watch?v=6ISPZbjunL0,
https://www.youtube.com/watch?v=fAIZS8_QJq8,
https://www.youtube.com/watch?v=0JlrWNkbms0,
https://www.youtube.com/watch?v=fxYd0jVg3h0].
Sì, si può dubitare, essere indignati
dal fragore mediatico.
Ma il film Spotlight
mostra che un caso che scoppia, un abuso, un crimine, è sempre un caso, un
abuso, un crimine di troppo.
Vi sono stati casi falsi – casi
conosciuti e soffocati –, ma ve ne sono di scandalosamente veri.
E troppe vite rovinate, spezzate,
perfino, troppe fiducie e troppe innocenze tradite, troppa indulgenza
protettrice.
È, dunque, tempo di parlarne!
Perché, se notevoli sforzi sono stati
fatti per proteggere i Bambini dai religiosi predatori, vagliare l’accesso nei
seminari, indennizzare le vittime, la Chiesa non ha finito di recitare il suo
atto di contrizione per chiedere perdono a Dio dei propri peccati e disporre l’anima
alla preghiera.
Solo Dio perdona i peccati!
papa Giovanni Paolo II e il cardinale Bernard Francis Law
Il papa Benedetto XVI con il cardinale americano Bernard
Francis Law durante la processione annuale dell’Immacolata Concezione,
in piazza di Spagna, l’8 dicembre 2005.
La Chiesa è stata – a esempio – più
solerte e più zelante nel punire i suoi teologi contestatari, quali Hans Küng,
Charles Curran, Eugen Drewermann, Leonardo Boff – in nome dell’ortodossia
cattolica, che nel braccare, sanzionare, allontanare i suoi preti pervertiti anziché
trasferirli e trascinarli dinanzi alla Giustizia civile, decretare una
tolleranza zero.
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“Personalmente ritengo che, affinché un giornale svolga al
meglio la sua funzione, debba agire da solo.”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“Io sono stato una delle vittima sessuali
del Prete del mio quartiere. Io avevo fiducia in lui perché mia madre, che era
vedova, mi ha affidato a lui per andare in Chiesa. Ma lui non pregava per me,
lui predava di me!”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“Quando sei figlio
di una famiglia povera, bisognosa, e il prete della tua parrocchia viene a
trovarti a casa, lo vedi come se fosse Dio in persona che ti viene a trovare. E
Dio può fare tutto. Ricordo che mia madre era felice e gli offrì il tè e dei
biscotti. Lui mi chiese se volevo un gelato ed io dissi di sì. Mi madre era
stata abbandonata da mio padre tanti anni prima e vivevamo soli e con
pochissimi soldi. Il prete mi accompagnò in macchina, salimmo e mi portò in
gelateria, lì mi comprò un gelato. Risalimmo in auto per tornare a casa e
cominciò a parlarmi. Poi poggiò la sua mano sulla mia gamba. Io rimasi prima sorpreso,
poi immobile e con il gelato tenuto in mano che si scioglieva lentamente. La
sua mano saliva lenta verso l’inguine mentre lui parlava. Poi mi sbottonò i
pantaloni e lo prese in mano, me lo accarezzava e me lo stringeva. Io ero
terrorizzato e rimasi immobile. Ricordo solo che il gelato si sciolse tutto
colandomi dappertutto. Quello fu il primo incontro col prete, poi ce ne furono
tanti altri nei quali abusò di me sessualmente.”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“La
Chiesa ci vuole far credere che si tratti di qualche mela marcia ma è un
problema molto più grosso.”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“Se serve una comunità per crescere un bambino serve una
comunità per abusarne.”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“Noi
abbiamo due storie qui: una è quella di un clero degenerato, e l’altra è quella
di un gruppo di avvocati che trasforma l’abuso su minori in una miniera d’oro.
Allora,
quale storia vuoi che scriviamo?
Perché
una la scriviamo.”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“Finiremo
nella stessa rissa da pollaio del caso Porter: che fece molto rumore, ma che
non riuscì a cambiare nemmeno una virgola. Dobbiamo concentrarci sull’istituzione,
non sui singoli preti. La pratica e la politica. Provatemi che la chiesa ha
manipolato le cose per evitare i processi, provatemi che rimisero quegli stessi
preti in altre parrocchie più e più volte, provatemi che era un sistema.
Provatemi che veniva dall’alto.”
Scena dal film
Spotlight di Tom McCarthy
“A
volte è facile dimenticare che per la maggior parte del tempo brancoliamo nel
buio, poi all’improvviso si accende una luce ed ecco una qualche quota di colpa
da attribuire a qualcuno. Non posso parlare di fatti avvenuti prima che io
arrivassi, ma tutti voi oggi avete fatto una grande inchiesta, un’inchiesta che
credo avrà un immediato e considerevole impatto sui nostri lettori. Per me,
questo è il senso vero del nostro lavoro.”
cardinale australiano George Pell
papa Francesco e il vescovo cileno Juan Barros
Basilica di San Pietro
SEGUE,
A BREVE,
IL TESTO INTEGRALE...