“Les grandes personnes ne comprennent
jamais rien toutes seules, et c’est fatigant,
pour les enfants, de toujours et
toujours leur donner des explications.”
Antoine de
Saint-Exupéry, Le Petit Prince
Pour
Toi
Au début
j’étais amoureuse
De la
splendeur de tes yeux,
De
ton sourire,
De ta
joie de vivre.
Maintenant
j’aime aussi tes larmes
Ta
peur de vivre
Et le
désarroi
Dans
tes yeux.
Mais
contre la peur
Je t’aiderai,
Car
ma joie de vivre
Est
encore la splendeur des tes yeux.
D
Rome, le 11 août 2011
Cari
Ragazzi,
Voi siete
gli animatori delle nostre case, delle nostre aule, nel mondo intero…
Sì, ho
pensato, subito, a Voi, perché Voi siete sensibili e attenti al dolore e alle
sofferenze di quei Ragazzi che, in questo stesso momento, sono, in strada, gli
occhi impauriti, pieni di dolore, in cerca della loro famiglia, di un segno di
vita e di un senso di tutto ciò che accade loro.
Io mi
rivolgo a Voi perché Voi siete generosi, capaci di gesti coraggiosi.
La gatta
ama i suoi piccoli. Ma non li distingue più, una volta che sono divenuti
adulti. Invece, nel corso del suo cammino, l’uomo è, costantemente, obbligato a
scegliere.
Può
decidere di far mangiare, prima di lui, la persona che ama.
Mi piace
ripetere questa frase:
“L’uomo è l’immagine
di Dio.”
Alcuni ci
scherzano su, rispondendo:
“Beh,
allora Dio non è molto bello!”
Ma io
paragono l’uomo a Dio come il sigillo che viene impresso nella cera. Non conosco
il timbro, forse, non lo vedrò mai, ma se osservo, con attenzione, me stessa in
profondità, scopro l’infinito. L’uomo è immagine di Dio in negativo, perché
tutto ciò che grida in lui, tutto ciò che tende a superare la legge naturale,
che è soggetta a istinti brutali, rappresenta una scelta.
Non esiste
la generosità istintiva.
Se non
esistesse nel cosmo quella piccola nullità che è l’uomo, dotato della libertà
che gli permette o di raccogliere, da egoista, tutto ciò che trova, anche a
scapito degli Altri, o di sforzarsi di aiutare il prossimo a condurre una vita
migliore; se non vi fossero gli esseri umani, che non sono altro che polvere
infinitesimale del cosmo, l’universo nella sua totalità sarebbe assurdo.
E questo
che cosa significa?
Se la
libertà non fosse in grado di sprigionarsi in qualche momento cruciale – quel
momento che io chiamo attenzione – la vita sarebbe assurda…
Io Vi domando di trasmettere questo messaggio
alle Vostre famiglie, alle persone del Vostro quartiere, alla Vostra scuola,
affinché la catena di solidarietà cresca nel mondo intero e divenga un segno di
speranza e di amore concreto.
Io sono sicura che il Vostro cuore Vi
suggerirà le parole per fare delle Vostre case, delle Vostre scuole, luoghi di
solidarietà.
Restiamo
uniti con tutti i Ragazzi del mondo e tra noi: l’unione fa la forza!
Vi
ringrazio di cuore.
Crediate in
tutto il mio affetto.
Assunta Daniela
Veruschka Zini
“È
difficile immaginare un ostacolo più grande di quello rappresentato dal
commercio sessuale di bambini nel cammino verso la realizzazione dei diritti
umani. Eppure la tratta dei bambini è solo un elemento del problema ancora più
diffuso e profondamente radicato degli abusi sessuali. Milioni di bambini in
tutto il mondo sono sfruttati per il sesso a pagamento. Acquistati e venduti come un
qualsiasi bene, fatti oggetto di commercio all’interno e all’esterno dei
confini nazionali, gettati in situazioni quali i matrimoni forzati, la
prostituzione e la pornografia infantile. Molti di loro subiscono danni
profondi e, talvolta, permanenti. Il normale sviluppo fisico ed emotivo viene
compromesso, come pure l’autostima e la fiducia. Alla stragrande maggioranza
viene, anche, negato il diritto all’istruzione come pure il minimo momento di
divertimento e gioco.”
con queste parole il direttore generale dell’UNICEF
Carol Bellamy presentava il Rapporto sullo Sfruttamento Sessuale dei Bambini,
pochi giorni prima dell’apertura del secondo Congresso Mondiale contro lo
Sfruttamento Sessuale dei Bambini [http://www.unicef.org/events/yokohama/index.html],
svoltosi a Yokohama tra il 17 e il 20 dicembre 2001.
Ho constatato, nelle mie investigazioni, che la
pedofilia è un tema difficile da affrontare, ambiguo e soggetto a polemica.
Osare parlarne è darsi la possibilità di trattare e dominare, in profondità, il
problema dell’abuso sessuale per meglio combatterlo.
Possano i nostri bambini attraverso l’informazione,
la prevenzione, divenire più forti e meglio protetti all’esterno e all’interno
dell’ambiente familiare.
La vulnerabilità e l’innocenza dei bambini sono
abusate, deliberatamente o no, da aggressori sessuali per saziare desideri
devianti compulsivi o da pedosessuali incoscienti.
La mia speranza è di aiutare i bambini, facendomi
loro portavoce, per proteggerli come avrei voluto essere protetta, io stessa,
da abusi di altro genere, quando ero una bambina.
Parafrasando una frase dell’Esodo, in merito
alla schiavitù d’Egitto del popolo di Israele:
“Vidi la sofferenza
dei bambini e me ne sono presa cura.”
III. PEDOFILIA E TURISMO
SESSUALE
La
pedofilia provoca numerosi danni nei nostri Paesi ricchi e nei Paesi poveri?
Negli
ultimi decenni, si è assistito alla nascita e allo sviluppo di nuove forme di
sfruttamento sessuale dei bambini, quali la prostituzione dei minori, la
pornografia, la pedofilia nelle città e nelle regioni turistiche. Oggi, in
Paesi, quali la Cambogia,
la Thailandia
o ancora il Kenia, sono i bambini, talvolta, molto piccoli [3 anni], a essere
utilizzati come joujoux sessuali.
Alcuni
bambini, che hanno una famiglia, sono, anche, “adottati” da pervertiti per la vergognosa
somma di 500,00 euro o meno. I genitori accettano volentieri, credendo di
assicurare ai propri figli una vita migliore: prima non andavano a scuola,
passavano le loro giornate tra i rifiuti per trovare di che vestirsi e
mangiare. L’adottante è visto come un salvatore e i bambini non osano parlare
per timore di perdere i vantaggi offerti in cambio di questa sessualità. Altri non
sono adottati e i responsabili di questi atti abominevoli fanno credere ai
genitori di volere i loro figli, per qualche ora, per fare foto o piccoli lavori,
che procureranno loro danaro.
Quanto
ai ragazzi che vivono in strada senza famiglia, le cose non vanno meglio. Spregevoli
individui li ingaggiano e li costringono a vivere in minuscole stanze, dove
attendono i clienti. Non comprendono quello che fanno, la sola cosa che conti è
la “ricompensa”, che permette loro di trovare qualcosa da mangiare.
Alcune
ONG, Organizzazioni Non Governative, si raggruppano in taluni di questi Paesi
poveri, per proteggere i bambini. Ma non è sufficiente, perché i governi chiudono,
molto spesso, gli occhi su queste violenze: non si deve dimenticare che, in
questi Paesi, le entrate provengono maggiormente dal turismo. In Kenia, a
esempio, non vi sono ONG, né leggi che proteggano i bambini.
Si
sa che l’uomo è un lupo per l’uomo, ma da qui a offrire bambini innocenti a
pervertiti, è peggio di quanto si possa immaginare!
Lo
sfruttamento sessuale dei bambini attraverso la prostituzione è un fenomeno
antico, che esiste su scala mondiale. In diversi Paesi, questo fenomeno,
radicato da pratiche storiche e culturali, esiste da secoli. Attualmente,
nonostante la grande maggioranza dei bambini prostituiti si trovi nei Paesi del
Terzo Mondo, quali l’Asia del Sud-Est, le grandi città dell’America Latina,
l’Africa e il Medio Oriente, se ne trovano, egualmente, tra le categorie
sociali molto sfavorite dei Paesi ricchi. In Europa, in particolare, il
fenomeno è diffuso nei Paesi dell’ex-blocco dell’Est. Nei Paesi occidentali, i
bambini sono proposti su Internet o vittime di sedute di foto pornografiche.
La
maggioranza di questi ragazzi ha tra i 12 e i 18 anni, ma alcuni hanno appena 8
anni e, talvolta, sono implicati anche neonati!
Non
chiudiamo gli occhi di fronte a questi atti mostruosi nei confronti di poveri
bambini!
Che
diverranno in età adulta senza educazione, senza morale… con tutti questi
traumi!
È dopo
essermi imbattuta in un sito pedopornografico, sollecitamente denunciato, che ho
deciso di fare questo reportage.
Ero
rimasta inorridita nel vedere tante mostruosità fatte a tanti poveri bambini.
Io conoscevo il turismo sessuale con ragazze, che potevano avere 16 anni, ma
non ciò che vado a proporvi.
Le
industrie del viaggio e del sesso hanno interessi comuni nella trasformazione
del mondo in un gigantesco parco di piacere. Radicato nell’universo antico
della prostituzione, il turismo sessuale si espande al ritmo dell’avanzata della
mobilità e della globalizzazione turistica. Nei Paesi poveri, colpisce
centinaia di migliaia di esseri umani, di cui una parte non trascurabile di
bambini. Come il turismo classico, il turismo sessuale beneficia, ora, di una
certa “democratizzazione”.
Si
osserva, sempre più, lo sviluppo di una prostituzione à la carte, una tendenza che, infine, non fa che seguire quella dei
viaggi su misura...
Non
è più raro incontrare un routard occidentale
con una girlfriend – appellativo
ufficiale e più accettabile di prostituta, affittata a settimana o a mese – sul
retro della sua moto o incollata al suo braccio.
Il
turismo sessuale conosce un effetto “palla di neve”, che lo orienta nel senso
di una massificazione. I nuovi clienti sono giovani occidentali in cerca di avventure
facili e forti emozioni. Sostituiscono, a poco a poco, i vecchi turisti
tedeschi, giapponesi o americani.
La
prostituzione “turistica” colpisce numerosi Paesi dell’Asia, dove le ragazze e i
ragazzi sono molto bisognosi e poco istruiti, dunque, facilmente, sfruttabili.
Alla ricerca di sesso facile e a buon mercato, i turisti sessuali stranieri
affluiscono in cerca di carne fresca, disponibile e sottomessa. Molti di loro, per
tacitare la coscienza, trovano ogni scusante per persuadersi di non abusare della
miseria di questi ragazzi.
Non
farebbero che aiutarli, sostenerli e, perfino, contribuire allo sviluppo del
loro Paese...
I
clienti sono amanti di esperienze nuove, superstiziosi convinti che fare sesso
con un bambino dia forza e giovinezza. Sono, per la maggioranza, uomini,
sposati o celibi, turisti abbienti o viaggiatori dal piccolo budget. Si può trattare sia di pedofili,
che ricercano relazioni sessuali con un bambino, sia di viaggiatori che non
hanno pianificato la loro trasferta con l’intenzione di abusare di un bambino. L’anonimato,
il fatto di essere lontano dalle costrizioni morali e sociali, che,
abitualmente, regolano la loro condotta, spingono alcuni individui a un
comportamento, giudicato abusivo in un altro Paese. Giustificano, sovente,
questo comportamento, sostenendo che è, culturalmente, accettabile in quel
Paese o che offrono un sostegno finanziario al bambino, dandogli del danaro.
Quale che sia la giustificazione, si tratta di sfruttamenti sessuali di
bambini, di stupri commessi da adulti stranieri in Paesi in via di sviluppo. Il
turismo non è la causa dello sfruttamento sessuale dei bambini; tuttavia, i
pedofili utilizzano le strutture offerte dall’industria del turismo [hotels, bars, night clubs, ecc.].
Da parte sua, l’industria del turismo contribuisce a creare una domanda, facendo
valere l’immagine esotica di una destinazione. Sembrerebbe che le destinazioni
privilegiate dei turisti sessuali evolvano. Non appena la prevenzione e gli
sforzi di protezione si intensificano in un Paese, i turisti sessuali che ricercano
bambini, tendono a recarsi in un Paese vicino.
Nel
mondo, i poveri sono la maggioranza in un Paese su cinque. Questi Paesi sono
vittime della fame, della malnutrizione e delle malattie. Il loro diritto all’istruzione,
alle cure mediche, all’acqua potabile, a un risanamento decente e a una
protezione contro i pericoli di ogni tipo sono irrisi.
A
causa della mondializzazione, che è uno dei fenomeni più potenti del XX secolo,
il numero di soggetti che vivono nella miseria è cresciuto. La maggioranza sono
donne e bambini. La vita, che conducono milioni di bambini nel mondo, può
essere paragonata alla schiavitù. A causa della povertà, centinaia di milioni
di donne e di bambini sono obbligati, per assicurare la loro sopravvivenza, a lavorare
in condizioni che mettono in pericolo la loro integrità fisica e mentale. È
impossibile conoscere il numero esatto di ragazzi e ragazze, la cui vita è
minacciata dalla schiavitù, dall’arruolamento nei conflitti armati, dalla
prostituzione, dalla pornografia e dal traffico di droghe.
di
Assunta Daniela Veruschka Zini
A. Che si intende per turismo sessuale?
Il turismo, fattore di sviluppo economico
molto competitivo, concerne, ogni anno, tra i 600 e gli 800 milioni di persone,
di cui il 13% parte per l’estero. Le destinazioni variano, evidentemente, da un
individuo all’altro. Il turismo, generalmente, associato all’idea di libertà,
di evasione, di distensione, si riduce a tre dimensioni: Sea, Sun and Sand.
Tuttavia, una quarta dimensione interviene: Sex.
Di quei 600 milioni di turisti, un certo
numero si danno a una forma molto particolare di turismo: il turismo sessuale.
Il principio consiste nello spostarsi all’estero, allo scopo di avere rapporti
sessuali mercenari con gli autoctoni.
Il turismo sessuale resta, relativamente,
difficile da individuare, perché è una attività illegale, la pratica di questa
forma di turismo si basa, fortemente, sulle industrie “classiche del sesso”, la
pornografia e la prostituzione, e si associa, generalmente, al crimine
organizzato, al traffico e allo sfruttamento di persone, difficilmente
valutabile.
Le cifre restano, nella maggioranza dei casi,
stime da prendere al condizionale.
La nozione di turismo sessuale varia da una
persona all’altra, resta ancora molto ignorata.
Si chiamano questi turisti speciali, molto
semplicemente: sex tourists, turisti
sessuali. Rappresentano circa il 10% della clientela turistica mondiale.
B. L’emergenza e l’evoluzione del turismo sessuale nel mondo
a.
Da ieri a oggi, dalla prostituzione locale al turismo sessuale
Il turismo sessuale è una interazione tra il
settore turistico e l’industria del sesso, dunque, la prostituzione. Per anni,
destinata a una clientela locale, è stata legalizzata in Thailandia e
tollerata, anche se vietata, in altri Paesi dell’Asia del Sud-Est.
Il turismo sessuale, emerso, nelle Filippine,
nel 1950, durante la guerra di Corea, che oppose i sud-coreani, la Cina e l’URSS agli Stati
Uniti, ai nord-coreani e ai giapponesi – è, realmente, esploso nell’Asia del
Sud-Est, agli inizi degli anni 1970, durante la guerra del Vietnam. La Thailandia si era
trasformata in una base di appoggio dell’esercito americano. Nelle regioni
erano dispiegati circa 50mila soldati che combattevano. Bangkok e Pattaya,
reputate per i loro quartieri caldi, vedevano arrivare circa 5mila GI al mese,
quelli che erano in permesso o R&R [rest and recuperation/recreation]. Per “distrarli” e
soddisfare la domanda, i prosseneti avevano iniziato a far venire ragazze dal
Paese e dai Paesi limitrofi, quali il Laos e la Cambogia.
Haiti
Dopo la guerra del Vietnam, nel 1975, i
turisti americani, giapponesi, tedeschi, erano succeduti ai soldati.
La crescita della prostituzione ha
necessitato la realizzazione di infrastrutture per accogliere i turisti. I
Paesi del Sud-Est Asiatico, la
Thailandia e le Filippine, hanno iniziato a farsi una fama di
Paesi, in cui la libertà sessuale è rispettata e si possono avere relazioni
sessuali facilmente, a costo inferiore rispetto al Paese di origine. Il numero
di turisti non ha fatto che crescere, anche il numero di prostitute, a tal
punto che, oggi, il sesso, che non era che un “piccolo” commercio, è divenuto
un polo di attrazione turistica e un vero business
per i Paesi in via di sviluppo.
Si assiste a una vera democratizzazione del
turismo sessuale.
b. Dove ?
La
Thailandia non
è più la sola destinazione interessata da questo flagello.
Tutti i Paesi sono interessati.
Le destinazioni più propizie restano,
tuttavia, i Paesi in via di sviluppo : il Sud-Est Asiatico [Thailandia,
Filippine, Indonesia, Sri Lanka], i Caraibi [Barbados, Repubblica Domenicana,
Cuba, Giamaica, Santo Domingo], l’Africa [Marocco, Tunisia, Zambia, Gambia,
Kenya], l’America Latina [Costa-Rica, Colombia, Brasile] o ancora il Sud
dell’Europa [Grecia, a esempio, soprattutto Mykonos].
Anche i Paesi industrializzati sono toccati.
Sono, generalmente, quelli in cui la prostituzione è legalizzata: Australia
[Stato di Vittoria], la Nuova Zelanda,
Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Austria.
I flussi del turismo sessuale ricalcano – ed
è logico! – quelli del turismo classico: dall’Emisfero-Nord verso
l’Emisfero-Sud, dai Paesi ricchi verso i Paesi in via di sviluppo e migrazioni
interregionali. A esempio, gli americani avranno più tendenza a recarsi nel
bacino dei Caraibi o in America Centrale [Equatore], gli australiani nel bacino
Pacifico, gli europei nel Sud dell’Europa e in Africa.
c. Origini del fenomeno
Numerosi fattori sono all’origine
dell’ampiezza del turismo sessuale. Sono di ordine economico, sociale,
culturale, politico e giuridico.
- Fattori economici:
o
il sottosviluppo;
o
l’aumento
dei flussi turistici dall’apertura delle frontiere;
o
l’aumento
del turismo di massa;
o
l’esistenza
di una domanda crescente incoraggiata e stimolata da una offerta sempre più
allettante, che si è internazionalizzata grazie a Internet e alla creazione di sex-tours, che vantano, in modo
indiretto, le promesse e il potenziale di alcune destinazioni turistiche in
materia di sesso.
- Fattori culturali: il mantenimento di
culture tradizionali patriarcali e sessiste, che rendono le donne,
particolarmente, vulnerabili e spingono a una istituzionalizzazione dello
sfruttamento delle donne per il turismo sessuale.
- Fattori sociali: la povertà della
popolazione – maggiormente, nell’ambiente rurale che in quello urbano – e l’inadeguatezza
dei sistemi educativi. Non esistono misure né di prevenzione né di
informazione.
- Fattori politici:
o
situazione
politica instabile: il turismo sessuale riflette il fallimento delle politiche
di sviluppo, che mirano a migliorare il livello di vita della popolazione e a
ridurre il tasso di sfruttamento nel mercato del lavoro. La popolazione è
povera senza istruzione né mezzi: il sesso è, sovente, la sola fonte di rendita.
o
corruzione
politica: alcuni Paesi non esitano a banalizzare e a favorire attività illegali [tossicomania, traffico di
ogni genere, ecc.] al fine di rimediare ai problemi economici. Lo Stato
thailandese è stato, indirettamente, accusato di prossenetismo, tenuto conto
del potere assoluto della polizia e dei legami esistenti tra forze dell’ordine
e reti mafiose.
- Fattori giuridici: le misure repressive,
che si debbono prendere nei confronti dei clienti, non sono apparse che
tardivamente. Di più, non sono, nella maggioranza dei casi, rispettate dagli
Stati per una semplice ragione: il turismo sessuale è fonte di danaro.
d.
Le conseguenze del turismo sessuale
Il
turismo sessuale non cessa di svilupparsi e partecipa, largamente, allo
sviluppo del traffico e dello sfruttamento
di persone [cosificazione e mercificazione delle persone]. La popolazione è
povera e manca di danaro. Alcuni sono pronti a tutto per raggranellare qualche
dollaro: prostituiscono i figli, perché portino danaro, o li vendono a
prosseneti. In questo caso, i bambini sono condotti in città e si ritrovano
condannati, prigionieri, schiavi di questi prosseneti [albergatori, padroni di
bar, case chiuse], il cui solo scopo è trarre profitto, attirando turisti con
sesso facile e a buon mercato. Questi ultimi arrivano sempre più numerosi e i
trafficanti hanno bisogno di “manodopera”, dunque, tornano nelle campagne per
procacciarsi selvaggina. Le vittime di rapimenti sono sequestrate in sordidi hotels, violentate, picchiate, quando
rifiutano di obbedire. Costrette alla sottomissione, sono ridotte allo stato di
bene di consumo.
Il cliente è re.
Può disporne a suo piacere.
Dopo la guerra del Vietnam, in Thailandia, si
stimava a 6mila il numero di bambini nati da una relazione tra un GI e una
donna locale. Di più, il turismo sessuale contribuisce, in modo significativo, alla
propagazione delle MST, Malattie Sessualmente Trasmissibili, e, in particolare,
dell’AIDS [le altre cause sono: la trasmissione coniugale, l’utilizzo delle
siringhe da parte dei tossiocomani, ecc.].
Ciò per una ragione molto semplice, l’uso del preservativo nei rapporti
sessuali turisti/locali o anche turisti/turisti non è, sempre,
sistematico. Infine, l’impatto è anche mentale: le condizioni di vita sono
deplorevoli. Vittime di una esclusione sociale e familiare prostituti/e non
hanno alcun valore in quanto esseri umani e sprofondano nella depressione o
nella droga. La stigmatizzazione li spinge al suicidio.
C. I diversi tipi di turismo sessuale
Bisogna sapere che esistono diversi tipi di
turismo sessuale. Sono in numero di 4: il turismo omosessuale, il turismo
sessuale femminile, il turismo sessuale maschile e il turismo sessuale pedofilo.
a. il turismo omosessuale
Il principio è di avere rapporti
sessuali con i locali, ma dello stesso sesso. La distanza, l’allontanamento dal
Paese di origine permette alla clientela di affermare e di rafforzare la
propria identità. Ciò che non può, sempre, fare a casa propria. Il sesso non è
l’unica motivazione di questa clientela; vi sono, egualmente, motivazioni
culturali o, semplicemente, ricerca di riposo. Le destinazioni differiscono in
funzione di queste. Quando la motivazione è culturale, il sesso interviene a un
grado minore, la clientela avrà, quindi, più tendenza a recarsi nelle grandi
capitali europee quali Parigi, Praga, Amsterdam o Berlino. Viceversa, quando le
motivazioni sono puramente sessuali, la clientela si recherà in quelli che si
chiamano gay resorts.
b. Il turismo sessuale femminile
È il segno di una banalizzazione dello
sfruttamento sessuale e della crescita del potere delle donne da qualche anno.
Nei Paesi in via di sviluppo la sua ampiezza resta, egualmente, meno vasta
rispetto alle altre forme di turismo. Costituisce, tuttavia, una nuova
clientela per i sex tours. Sono le
donne che partono per avere rapporti con Beach Boys. Rappresentano circa il 5 e il 10% del volume della clientela
turistica femminile. La maggior parte di loro sono di origine nord-americana:
Stati Uniti e Canada. Sono, sovente, più anziane del loro compagno, una
cinquantina di anni. Questa forma di turismo si differenzia dalle altre per il
fatto che non vi è una remunerazione nel senso proprio del termine. Vi è una
controparte naturalmente, ma consiste nel pagamento dei conti dell’affitto, dei
ristoranti, di locali notturni e in regalie. Contrariamente alla visione
tradizionale che si ha della prostituzione, le donne non affittano le
prestazioni dei Beach Boys,
per un’ora o per una notte, ma per una settimana o per tutta la durata del
soggiorno. Da parte delle turiste, queste relazioni sono vissute più come
storie a breve termine che come prestazioni a scopo lucrativo, contrariamente
ai prostituti, che non vedono che il lato sessuale e venale delle relazioni. Le
destinazioni più ambite sono le Antille con la Giamaica, Cuba, la Repubblica Domenicana,
le Barbados, ma anche l’Africa nera con il Gambia, lo Zambia e il Kenia.
c. Il turismo sessuale maschile
Conseguenza diretta di una prostituzione
legalizzata o tollerata. I clienti, nazionali o internazionali, ricercano, in
genere, qualcosa di nuovo, qualcosa che non possono trovare con la loro partner abituale. Desiderano uscire
dalla routine e divengono attori di
questo facile mercato. Il Sud-Est Asiatico, per la sua storia, la sua cultura
patriarcale e le sue difficoltà economiche, è la regione del mondo più toccata,
ma anche la più quotata per essere un vero paradiso sessuale.
Cambogia
Il turismo sessuale che implica bambini è la
traduzione pratica della pedofilia. Questa forma di sfruttamento è la più
controversa e la più ricercata: fantasma, trasgressione del vietato. Le
relazioni sessuali con i bambini sono proibite. Esiste una voce infondata intorno
al turismo sessuale pedofilo: avere rapporti sessuali con un bambino o con una
persona vergine guarisce dalle MST, Malattie Sessualmente Trasmissibili, in
particolare l’AIDS.
D. Chi sono, esattamente, i turisti sessuali?
Sono, dunque, “semplici” turisti, in cerca di
avventure, di emozioni forti, che si recano all’estero per soddisfare i propri
desideri, i propri fantasmi sessuali, dandosi a pratiche nuove o non consentite
nei loro Paesi di origine [voyeurismo, esibizionismo].
Non è tanto il sesso che ricercano, ma il
potere, il dominio.
In effetti, in capo al mondo, tutto diviene
possibile, in particolare, sfidare una serie di divieti. Per il turista
organizzato, l’Altro – l’indigeno, si diceva al tempo delle colonie – è il
servitore turistico, il cui ruolo consiste nell’essere sfruttato.
Thailandia
In Thailandia, nella stazione
balneare di Pattaya, il turismo del
sesso funziona a pieno ritmo. Ma, oggi, Pattaya non attira più tanti pedofili e
predatori sessuali. La
Cambogia vicina, meno cara e meno controllata, è divenuta il
nuovo tempio del sesso asiatico.
Si distinguono i turisti occasionali, che
profittano di essere soli, sconosciuti o, semplicemente, di avere una occasione
per stabilire questo genere di relazioni – coloro che viaggiano per affari, a
esempio –, dai turisti assidui che viaggiano con l’unico scopo di avere
relazioni sessuali con i locali. Operano generalmente da soli.
La clientela è, in maggioranza, maschile ma
per ciò che è di loro profitto sociale si osserva un certo eclettismo. La
maggior parte di questi uomini vengono dai Paesi occidentali, dunque, ricchi.
Si constata, da qualche anno, che i giovani sono più inclini a questa pratica.
Non essendo, particolarmente, ben informati sull’impatto e l’ampiezza del
turismo sessuale, i turisti si ritrovano non responsabilizzati e non
colpevolizzati. Si sentono, generalmente, con la buona coscienza, nella misura
in cui questi servizi sono remunerati. Pensano, facendo questa “buona azione”,
di aiutare gli autoctoni, di sostenere le loro famiglie e di partecipare anche
allo sviluppo economico del loro Paese.
Da alcuni anni, la Thailandia ha deciso di
rompere con la sua immagine di paradiso per pedofili di ogni orizzonte. Gli
arresti mediatizzati si sono moltiplicati nel Paese del Sorriso e le autorità
thailandesi hanno dato un buon numero di esempi per convincere il mondo della
loro buona intenzione. Tuttavia, secondo le organizzazioni internazionali, la
prostituzione infantile in Thailandia non è in vena di regresso, ma sarebbe, in
realtà, in pieno rigoglio. La constatazione globale è, dunque, amara e mette in
evidenza i problemi colossali della Nazione thailandese di fronte alla
questione sensibile della pedofilia sul suo territorio. Una delle ragioni
principali, per cui la
Thailandia non riesce ad arginare il fenomeno della
prostituzione infantile, è il lassismo con il quale tratta i pedofili che la
polizia reale riesce ad arrestare. In Thailandia, la pedofilia è punita da 4 a 20 anni di reclusione e/o
da 8mila a 40mila bahts di ammenda.
Inutile dire che non vi è di che inquietarsi oltre misura per i pedofili
occidentali abbienti, che risiedono nel Paese del Sorriso: il danaro è per loro
la garanzia dell’impunità. In effetti, è molto facile per i criminali sessuali
tirarsi fuori da un brutto momento, versando una somma di danaro alla polizia
e/o alle famiglie dei bambini abusati. I thailandesi sono poveri, poveri al
punto da chiudere gli occhi sullo stupro dei propri figli in cambio di una
manciata di danaro. La Thailandia è, sempre, stata ufficiosamente chiamata “la
capitale del turismo sessuale in Asia”, con ferro di lancia, la gloriosa
Pattaya, seguita da presso dai quartieri caldi di Bangkok e i bars di Phuket. Nonostante lo zelo dei
responsabili della TAT [Tourism
Authority of Thailand], che hanno fatto la scelta di battezzare il
loro Paese Amazing Thailand, lo cortina
di fumo si dissipa rapidamente, quando si è sul posto e si comprende, molto
presto, che il leitmotiv
del Paese dovrebbe essere No Money, No
Honey o Give me Money Handsome Man.
Il sesso monetizzato è ovunque.
Altra constatazione poco gloriosa che
contribuisce, grandemente, allo sviluppo della prostituzione infantile: l’abisso
crescente tra ricchi e poveri in tutto il Regno. Mentre le classi superiori e
medie di Bangkok vedono il loro tenore di vita migliorare, continuamente, le
classi popolari thailandesi hanno il coltello sempre più fermamente puntato
sotto la gola. Per questa ragione, la prostituzione diviene una scelta di vita
sempre più diffusa sia tra i bambini sia tra gli adulti. Bisogna dire che
questo business, anche se è sporco,
è, per i thailandesi più poveri, estremamente lucrativo.
Bambina thailandese in
quartiere rosso
Ecco una breve lista delle principali ragioni
che portano i bambini a ritrovarsi nel letto di un pedofilo:
- i bambini sono venduti o affittati dai
propri genitori, sovente, estremamente poveri e disperati. In questo caso, è,
in genere, un agente che cura le transazioni tra la famiglia e i pedofili.
- i bambini senza dimora o in fuga approdano
alla prostituzione per sopravvivere al quortidiano. La pressione dei fratelli, delle
sorelle o degli amici, già implicati nell’industria del sesso, spingono il
bambino a tentare la sua chance nell’ambito
della pedofilia.
- i bambini, vittime di un inganno, sono
forzati a prostituirsi da parte di individui senza scrupoli che pretendono
proteggerli e aiutarli, ma che, in realtà, li sfruttano.
- i bambini, vittime di abusi sessuali nella
propria famiglia, tendono a inclinare verso la prostituzione per sfuggire alla
vergogna con la quale convivono e per fare danaro.
La quasi-totalità dei bambini è intrappolata
nell’industria del sess soltanto dopo qualche cliente. Crescendo, divengono, in
genere, lavoratori e lavoratrici del sesso e restano nella spirale infernale
dell’industria del sesso fino a una fine, sovente, tragica. La loro mente
innocente è, molto rapidamente, distorta, sviluppando un rapporto estremamente
malsano con il sesso. Di più, il timore di rappresaglie familiari o di problemi
con la polizia li spinge a adottare un profilo basso e ad accettare la loro
condizione senza protestare. Sono, allora, totalmente prigionieri del commercio
del sesso. La speranza di una vita “normale” sfuma, allora, molto rapidamente e
le vittime si rassegnano definitivamente: è il punto di non ritorno per la
maggioranza dei bambini. Solo una piccola percentuale di bambini che si
prostituiscono lavorano freelance. La
maggior parte è reclutata da agenti, prosseneti, che garantiscono protezione e
trovano pedofili. Al fine di assicurare una rotazione e fornire varietà ai
criminali sessuali, gli agenti si scambiano tra loro i bambini: così l’offerta
è sempre rinnovata e il cliente è “fidelizzato”. Fanno da tramite tra clienti e
bambini, così come tra danaro e famiglie. Su ogni prestazione, prelevano una
percentuale variabile e inviano il resto alla famiglia del bambino o lo danno
al bambino stesso se non ha nessuno. Come gli adulti, i bambini del sesso sono iniziati
e addestrati a impiantare la loro piccola rete di clienti regolari, con i quali
restano in contatto permanente, al fine di non perdere la manna econmica che
rappresentano.
E per domani, quali prospettive?
L’avvenire non ha, a priori, alcuna ragione di migliorarsi. I sistemi sociali
ultra-violenti occidentali continueranno a produrre individui sessualmente
deviati a catena. Quanto ai Paesi emergenti, quali la Thailandia, se i
progressi sociali esistono, non favoriscono che una piccola parte della
popolazione, mentre la maggioranza continua a non godere di alcun diritto e di
alcun sostegno.
La prostituzione dei bambini e gli abusi
sessuali sui minori, in Thailandia, hanno, dunque, tutte le chances di avere un avvenire radioso a
medio e a lungo termine.
Come sovente nel campo delle questioni
sociali, la sensibilizzazione e l’educazione sono le chiavi del cambiamento. Ma,
fintanto che le iniziative impegnate non beneficeranno di un sostegno
incondizionato delle autorità ufficiali, lottare contro la prostituzione dei
minori e i pedofili, in Thailandia, equivarrà a “fare un buco nell’acqua”, per
riprendere una espressione popolare.
E. Prevenzione, protezione, repressione
Il turista sessuale si sbarazza, sovente, di
ogni responsabilità umana perché, grazie a una transazione finanziaria, si
sente sollevato dal bisogno di occuparsi dell’Altro: non sente né l’obbligo di
rispettarlo, né quello di procurargli piacere. Pagando per un servizio, all’occorrenza
sessuale, acquista la libertà di una persona sulla quale, per un tempo
limitato, ha tutti i diritti, compreso quello di ridurla allo stato di “bene di
consumo”.
La presa di coscienza del fenomeno turismo
sessuale è stata tardiva. Le sanzioni prese nei confronti degli abusatori sono,
raramente, applicate.
Ghana
a. Prevenzione
La prevenzione passa per l’informazione.
- a livello nazionale : alcune compagnie
aeree in partenariato con ECPAT [End Child
Prostitution, Child Pornography And Trafficking in Children for Sexual Purposes]
diffondono sui loro voli, in partenza per destinazioni esotiche, spots di informazione a carattere
dissuasivo, che avvertono che l’abuso di un minore di 18 anni è vietato e rammentano
le azioni e le sanzioni previste.
- a livello
internazionale : alcune associazioni, quali ECPAT e UNICEF [United Nations Children's Fund],
conducono anche loro campagne di lotta contro il turismo sessuale.
b. Protezione
Camerun
c. Repressione
Le leggi sull’extraterritorialità
costituiscono uno dei principali strumenti legislativi nella lotta contro il
turismo sessuale. La legislazione extraterritoriale è un corpus di leggi che rende possibile procedimenti legali e
incriminazione di cittadini per crimini commessi in un altro Paese. Tale
legislazione permette, a esempio, ai governi di portare in giudizio i turisti
che hanno abusato di bambini in un altro Paese. Alcuni Paesi, quali il Giappone, i Paesi Bassi, la Norvegia, la
Svezia e la Svizzera applicano la giurisdizione extraterritoriale nel caso di
crimini commessi dai loro cittadini all’estero come linea di principio
generale. Non vi sono, tuttavia, clausole speciali nel caso di crimini
correlati con il turismo sessuale che coinvolga bambini. Paesi quali il Belgio,
la Francia e la Germania hanno modificato la loro legislazione giuridica
extraterritoriale per rendere più facile l’incriminazione nel caso in cui siano
coinvolti dei bambini.
Differenze di lingua, culture, sistemi
legali e di polizia rendono la giurisdizione extraterritoriale di difficile
applicazione all’atto pratico.
Secondo solo al traffico di droga e di armi
come mercato illegale, il turismo sessuale procura lauti guadagni.
Marocco
L’adozione di leggi, il lancio di campagne di
sensibilizzazione e di prevenzione non hanno alcuno effetto dissuasivo sulla
clientela, che si fa sempre più numerosa.
La democratizzazione del turismo classico ha
portato una democratizzazione del turismo sessuale: si può, pertanto, parlare
di un turismo sessuale di massa. Il suo sviluppo è dovuto alla pauperizzazione
crescente, alla liberalizzazione dei mercati sessuali che incoraggiano, più o
meno direttamente, la tratta a fini di prostituzione, alla persistenza di
società patriarcali, al degrado dell’immagine della donna e all’esplosione del
turismo internazionale.
Aiutiamoli!
Grazie per tutti i bambini in pericolo nel
mondo.
Daniela Zini
Copyright © 10 febbraio
2013 ADZ