DA UTILIZZARE AMPIAMENTE
DA DIFFONDERE LARGAMENTE
“Servire
gli altri, essere di qualche utilità alla famiglia, alla comunità, alla nazione
o al mondo è uno degli scopi principali per i quali gli esseri umani sono stati
creati. Non ti riempire di affari personali, dimenticando i tuoi compiti più
importanti. La vera felicità è solo per chi dedica la propria vita al servizio
degli altri.”
dagli insegnamenti dell’Albero Sacro dei Nativi
Americani
al piccolo Satish e ai nostri ragazzi,
nostro avvenire
Noi diciamo molto spesso che l’avvenire è
nelle mani dei nostri ragazzi. Ma, nell’attesa che divengano grandi, è nelle
mani degli adulti che riposa la responsabilità di proteggerli, tutelarli e
aiutarli a schiudersi perché possano, a loro volta, contribuire a fare evolvere
la nostra società.
“Di tutti i crimini di guerra, quello dell’Agent
Orange,
in
Vietnam, è, particolarmente, aberrante.”
Noam Chomsky
Per la mia generazione, il Vietnam evoca la
guerra; per i più giovani, una destinazione turistica. Una nuova guerra fa
dimenticare la precedente e occulta, in gran parte, le sue conseguenze, tanto
più che l’informazione si concentra esclusivamente sull’ultima.
Durante la guerra del Vietnam, la MONSANTO si
è, enormemente, arricchita con la produzione del tristemente noto AGENT ORANGE.
I suoi effetti sono sentiti, ancora oggi, e
lo saranno, ancora, per decine di anni.
Ieri, in Vietnam, facendo uso di armi chimiche
devastanti, gli Stati Uniti hanno combattuto il comunismo, un regime che,
allora, incarnava la lotta per l’indipendenza nazionale del popolo vietnamita,
che si opponeva alla loro dominazione. Oggi, le stesse politiche, assurde e ingiustificabili,
si perseguono dall’Afghanistan all’Iraq, passando per la Serbia, e dal Libano a
Gaza, armi al fosforo, a frammentazione o all’uranio impoverito sono spante sulle
popolazioni civili.
Prendere coscienza della catastrofe generata
dall’AGENT ORANGE è la prima tappa, necessaria per prevenire ed evitare altri
disastri.
Bambini con gravi handicap e dalle forme, talvolta, inumane nascono nell’istante in
cui scrivo, perché le mutazioni genetiche, acquisite dalle persone contaminate,
si trasmettono alla loro discendenza, ciò che rappresenta un vero crimine
contro il genoma umano.
1.
Crimini
contro l’Umanità
“Il
vecchio Lakota era saggio. Sapeva che lontano dalla Natura il cuore dell'uomo
diventa duro. Sapeva che la mancanza di rispetto per le cose che vivono e
crescono, presto porta anche alla mancanza di rispetto verso gli uomini. Tenete
i vostri bambini vicini alla Natura.”
Luther Standing Bear
Durante la prima guerra mondiale, sono
impiegati una trentina di agenti chimici, quali i gas utilizzati dalle truppe
tedesche, nell’aprile del 1915, nella regione di Ypres, in Belgio. I rischi che
tali armi fanno correre ai soldati dei due campi e alle popolazioni civili induce
i governi a adottare, il 17 giugno 1925, quello che è divenuto il Protocollo di
Ginevra, che vieta “l’uso in guerra di
gas asfissianti, tossici o simili, nonché di tutti i liquidi, materiali o
procedimenti analoghi”, atti ad avere un effetto tossico sulle piante, sugli
animali e sugli esseri umani. Il Protocollo proibisce, inoltre, l’uso, come
arma di guerra, di ogni sostanza, i cui effetti non siano conosciuti. Il
diserbante, impiegato a fini militari, dunque, rientra nella categoria delle
armi chimiche. Il protocollo del 1925 costituisce il diritto internazionale in
vigore, per quanto attiene alle armi chimiche, quando inizia l’intervento
americano nel Vietnam. Autorizzando l’uso dell’AGENT ORANGE, per distruggere le
foreste e le risaie, il presidente John F. Kennedy lo viola, deliberatamente.
Durante la seconda guerra mondiale, mentre le
forze americane respingono, con difficoltà, l’esercito giapponese, è avanzata l’idea
di affamare il Giappone, distruggendo i raccolti di riso con un diserbante
potente. Ricerche, finanziate dal governo, sfociano sulla combinazione di due acidi:
il 2,4-D (acido
2,4-diclorofenossiacetico) e il 2,4,5-T (acido 2,4,5-triclorofenossiacetico).
I processi di fabbricazione industriale del secondo acido – che entra per il
48,75% nella composizione della combinazione, che resterà nella storia con il
nome di AGENT ORANGE – elaborati per massimizzare i profitti, hanno come
conseguenza di contaminarlo, a dosi più o meno importanti, di una sostanza,
estremamente, tossica la 2,3,7,8 tetraclorodibenzoparadiossina, TCDD,
meglio noto come diossina. Secondo i fabbricanti, questa “impurità” non può
essere eliminata. Più il tasso del diserbante 2,4,5-T è elevato nella
composizione del defoliante, più il tasso della diossina è importante. L’AGENT
ORANGE, di colore rosa-bruno, deve il suo nome alle strisce di colore arancione,
dipinte sui barili nei quali è stoccato. Parimenti, sono “battezzati” gli altri
prodotti chimici detti “arcobaleno”, AGENT WHITE, AGENT GREEN, AGENT PINK,
AGENT PURPLE, AGENT BLUE. La diossina è
una sostanza cancerogena e teratogena, che produce malformazioni allo stadio
fetale e attacca i sistemi immunitario, riproduttivo e nervoso.
Il disastro industriale di Seveso del 10
luglio 1976, provocato dalla fuoriuscita di una nube di diossina, che colpisce
i comuni di Meda, di Seveso, di Cesano Maderno e di Desio, testimonia dei pericoli
della diossina nel mondo intero. Questa
triste vicenda ispirerà il cantautore Antonello Venditti:
“(…)
voi, che vivete tranquilli nella vostra coscienza di uomini giusti, che
sfruttate la vita per i vostri sporchi giochetti allora, allora ammazzateci
tutti! (..…)”
Antonello
Venditti, Canzone per Seveso
L’AGENT ORANGE è testato su un atollo del
Pacifico. La sua nocività è tale che il presidente Franklin Delano Roosevelt vieta all’esercito americano di
servirsene.
I suoi successori non avranno gli stessi
scrupoli.
Il presidente Dwight David Eisenhower
autorizza, nel 1959, la messa a punto della tecnologia aerea, che permette l’aspersione
del defoliante.
2.
Vietnam: primo ecocidio della storia
“Vi è molto di folle nella vostra cosiddetta
civiltà. Come pazzi voi uomini bianchi correte dietro al denaro, finché non ne
avete così tanto da non poter vivere abbastanza a lungo per spenderlo. Voi
saccheggiate i boschi e la terra, sprecate i combustibili naturali. Come se non
debba venire, dopo di voi, un’altra generazione, che abbia, egualmente, bisogno
di tutto questo. Voi parlate, sempre, di un mondo migliore, mentre costruite
bombe, sempre più potenti, per distruggere quel mondo che, ora, avete.”
Walking
Buffalo
L’11 maggio 1961, durante una riunione segreta dell’US National Security Council, il presidente Kennedy dà l’autorizzazione a testare gli erbicidi nel Vietnam. Il primo
spargimento dell’AGENT ORANGE ha luogo, il 10 agosto 1961, nella provincia di
Kon Tum, situata nel centro del Paese. Si tratta di un ultimo test, preludio
all’OPERATION RANCH HAND (OPERAZIONE
OPERAIO AGRICOLO), che inizierà, cinque
mesi più tardi: la più grande guerra chimica di tutta la storia
dell’umanità.
Il 30 novembre 1961, il Presidente John F.
Kennedy dà l’autorizzazione ad azioni aeree in vista di defogliare la foresta
vietnamita. Qualche mese più tardi, firmerà l’ordine di utilizzare gli stessi
mezzi per distruggere i raccolti agricoli.
L’OPERATION HADES (OPERAZIONE ADE) è
lanciata.
È il nome originale dato all’operazione
americana di defogliazione, via aerea, nel Sud del Vietnam, che, giudicato
troppo esplicito – Hades (Ade) è il dio dei morti – è cambiato, poco dopo, in OPERATION
RANCH HAND.
Il 12 gennaio 1962, un bimotore Hercules
C-123 decolla per la prima missione, l’OPERATION CHOPPER (OPERAZIONE
ELICOTTERO). Per la prima volta, la distruzione dell’ambiente diviene un
obiettivo di guerra. Si deve impedire che la foresta e la vegetazione possano
nascondere l’avversario, i suoi nascondigli e i suoi spostamenti. Si devono
distruggere i raccolti che servono a nutrire popolazioni mal controllate e indurre
i contadini ad abbandonare le campagne permeate dalla guerriglia.
Il 16 gennaio 1965, il Milwaukee Journal riferisce di un giovane capitano di aviazione, che
ha studiato economia agraria alla University of Minnesota, per conoscere i sistemi con
cui aiutare i Paesi sottosviluppati ad accrescere i loro raccolti, e che usa,
ora, le nozioni apprese per irrorare con un defoliante le fitte foreste
tropicali, le risaie, i campi coltivati del Vietnam, al solo scopo di stanare
il nemico e distruggere i suoi raccolti per affamarlo.
Dal 1961 à 1971, si stima che 80 milioni di
litri di defoliante siano stati riversati su 3.3 milioni di ettari di foreste e
di terre. Più di 300 villaggi sono contaminati e il 60% dei defolianti utilizzati
è AGENT ORANGE, l’equivalente di 300 chilogrammi di
diossina pura. Secondo uno studio condotto dalla Columbia University di New
York, pubblicato nel 2003, la dispersione di 80 grammi di diossina in
una rete idrica potrebbe eliminare una città di 8 milioni di abitanti. Lo
spargimento massivo dell’AGENT ORANGE colpirà, per lungo tempo, le popolazioni
civili vietnamite, ma anche i soldati americani che saranno, altrettanto,
esposti alla diossina senza precauzioni. Di più, la MONSANTO nasconderà,
deliberatamente, all’esercito che il suo diserbante 2,4,5-T, in versione
militare, o AGENT ORANGE, contiene una maggiore concentrazione di residuo di
diossina TCDD rispetto alla versione agricola comune. Un documento interno, disconosciuto
dalla società DOW CHEMICAL, che porta la data del 22 febbraio 1965, riferisce di
una riunione segreta dei principali fornitori dell’AGENT ORANGE, quali la
MONSANTO, per “discutere dei problemi
tossicologici causati dalla presenza di alcune impurità altamente tossiche”
nei campioni 2,4,5-T forniti all’esercito. DOW CHEMICAL intende fare conoscere
uno studio interno che mostra che “alcuni
conigli esposti alla diossina sviluppavano severe lesioni al fegato”. La questione, affrontata dai fornitori di 2,4,5-T,
è se si debba informare il governo della tossicità dell’AGENT ORANGE. Gerson
Smoger, l’avvocato di molti veterani della guerra del Vietnam, sostiene che “la riunione ha avuto luogo nel più grande
segreto. (…) La questione era di sapere se si dovesse informare il governo. Come
lo prova una corrispondenza, di cui anche io ho una copia, la MONSANTO rimproverò
alla DOW di voler svelare il segreto. E il segreto fu mantenuto per almeno
quattro anni, quelli in cui gli spargimenti di AGENT ORANGE raggiunsero il
picco nel Vietnam…”
Tra il 1965 e il 1968, lo stato maggiore americano ordina di triplicare
le “missioni di spargimento”. Dietro consiglio dell’ammiraglio Elmo R. Zumwalt,
l’US Air vaporizza anche dell’AGENT ORANGE lungo i fiumi, per
proteggere le missioni navali di ricognizione dalle imboscate.
Negli Stati Uniti,
la controversia sull’utilizzo della diossina scoppia dal 1965, quando la stampa
svela l’esistenza di un centro di ricerca militare sulle armi chimiche, a Fort Detrick, nel Maryland.
Ma il governo
americano nega tutto.
“Questo prodotto è un veleno non più pericoloso
dell’aspirina.”,
afferma un
rappresentante del Pentagono al Washington
Post, nell’agosto del 1968.
Infine, nel 1969,
uno studio rende pubblica la nocività del diserbante 2,4,5-T, dopo che gli US National Institutes of Health (NIH) hanno
rivelato che dei topi, sottoposti a dosi importanti del diserbante, hanno
sviluppato malformazioni fetali e messo al mondo figli nati morti.
Il 15 aprile 1970, il segretario
all’agricoltura bandisce l’utilizzo del 2,4,5-T, in ragione “del pericolo che rappresenta per la salute”…
ma si continua a vaporizzarlo sulla giungla vietnamita, fino al 1971.
Ufficialmente, gli Stati Uniti non utilizzano
l’AGENT ORANGE da questa data.
Nel 1971, l’esercito interrompe l’OPERATION
RANCH HAND e lo spargimento dell’AGENT ORANGE, ma i suoi effetti devastanti continueranno
ben oltre, a causa della permanenza della diossina nel terreno, nell’acqua e
nella catena alimentare e del suo carattere bioaccumulatore.
Nel 1975, gli Stati Uniti ratificano il
Protocollo di Ginevra che vieta “l’uso in
guerra di gas asfissianti, tossici o simili, nonché di tutti i liquidi,
materiali o procedimenti analoghi”.
I territori “bersaglio” si estendono sui
16mila chilometri della pista Ho Chi Minh, nel Laos e nella Cambogia, sulla
zona che si estende nel delta del Mekong fino alla penisola di Ca Mau, nel
Sud-Vietnam, sulle zone a margine della Cambogia e del Laos, sulla zona
battezzata Rung Sat, che controlla tutti i fiumi che portano a Saigon e sulla zona
smilitarizzata nel Sud del 17° parallelo, frontiera tra i due Vietnam.
Secondo il rapporto Stellman, finanziato dall’US National Academy of Sciences (US-NAS), tra il 1961 e il 1971, l’esercito
americano avrebbe riversato circa 80 milioni di litri di diserbante, contenente
più di 300
chilogrammi di diossina TCDD, su centinaia di migliaia
di ettari, nel Sud e nel centro del Vietnam, principalmente, ma anche nel Laos
e nella Cambogia.
Secondo Franz J. Broswimmer, nel suo libro Ecocide, questo “spargimento” ha interessato
il 20% delle foreste del Sud Vietnam e contaminato 400mila ettari di terreno agricolo. Da 2,1 a 4,8 milioni di
vietnamiti sono stati, direttamente, esposti all’AGENTE ORANGE, ai quali si
deve aggiungere un numero sconosciuto di cambogiani, laotiani, di civili e
militari americani e dei loro diversi alleati – australiani, canadesi,
neozelandesi, sud-coreani –.
In Vietnam, le persone, che vivono all’epoca
nella zona contaminata, scoprono, a poco a poco, l’ampiezza dei danni. Bambini
nascono senza testa, senza gambe, altri sono affetti da tumori alla testa…
Si scopre, in seguito, che l’AGENT ORANGE non
contamina per contatto diretto, ma attraverso la catena alimentare.
In aggiunta alla catastrofe
sanitaria, il Vietnam deve fare fronte a una catastrofe ecologica. Quasi il 17%
delle foreste del Sud-Vietnam è stato abbattuto, le mangrovie distrutte.
E, non è finita!
La durata di vita
della diossina nei terreni può raggiungere un centinaio di anni, stimano gli
scienziati.
3.
50
anni dopo, l’AGENT ORANGE uccide ancora
“L’uomo non tesse la ragnatela della vita, di
cui è soltanto un filo. Qualunque cosa faccia alla ragnatela, la fa a se
stesso.”
Chief
Seattle
In Vietnam, il tasso di concentrazione di
diossina rilevato negli adulti, ma anche nei bambini nati dopo la guerra è,
anormalmente, elevato nelle regioni dove è stato riversato l’AGENT ORANGE.
Mentre nel resto dell’Asia del Sud-Est, la
frequenza del coriocarcinoma – una forma di cancro dell’utero – è dall’1 al 2
per mille, nel Vietnam del Sud è del 6 per cento.
Dopo la guerra, migliaia di soldati
americani, australiani, coreani, neozelandesi e americani, che hanno servito
nel Vietnam, sono, ancora, vittime di malattie della pelle, di tumori, di
diverse forme del morbo di Hodgkins, di cancri del polmone, della laringe,
della trachea, della prostata. Il tasso dei bambini malformati fisicamente o
mentalmente, nati da un padre che ha servito in Vietnam, è anormalmente
elevato. La morte improvvisa nei neonati di soldati esposti all’AGENT ORANGE è
quattro volte più elevata nei veterani del Vietnam esposti ai defolianti
rispetto agli altri ex-combattenti.
Quaranta anni dopo la fine della guerra, le
malattie e i sintomi legati alla diossina sono sempre presenti in Vietnam e in
certe zone, resta una quantità considerevole di diossina. Si contano, oggi, tre
generazioni di vietnamiti contaminati dai diserbanti. Gli Stati Uniti non hanno,
mai, ammesso la loro responsabilità per i danni causati dai diserbanti nel
Vietnam e non hanno, mai, versato il minimo centesimo alle vittime vietnamite,
cambogiane e laotiane dell’AGENT ORANGE.
Ironia della sorte, sono stati i veterani del
Vietnam che hanno denunciato, per primi, le malattie di cui sono affetti:
disfunzioni ormonali, malattie della pelle, cancri…
Nel 1978, Paul Reutershan, un veterano
affetto da cancro all’intestino, denuncia i produttori dell’AGENT ORANGE. Sarà,
subito, raggiunto da migliaia di veterani del Vietnam, affetti da vari sintomi,
per costituire la prima azione di gruppo o class
action, mai intentata contro la MONSANTO. Questo caso sarà rivelatore dei
metodi usati dalla società di Saint-Louis, quando si tratta di affrontare la
giustizia.
Per avere causa vinta, i veterani debbono
provare di essere stati contaminati dalla diossina presente nell’AGENT ORANGE,
al momento della guerra del Vietnam, e che questa diossina TCDD è ben
all’origine delle loro malattie. A sua difesa, la MONSANTO replicherà che la “diossina è onnipresente nella popolazione
americana, nell’ambiente e negli alimenti…”, cosa che è, purtroppo, vera,
tanto questo genere di inquinamento è diffuso. Tuttavia, la percentuale presente
nei veterani è ben superiore a quella che si può riscontrare in un normale contesto.
Il caso non è, dunque, chiuso.
Si deve, poi, provare che la diossina è un
agente cancerogeno attraverso studi scientifici che richiedono, necessariamente,
un lungo termine, a causa del tempo di incubazione del cancro. La MONSANTO
possiede questo genere di studi, dopo l’incidente a Nitro, nel West Virginia, in
cui diverse decine di operai sono stati esposti, l’8 marzo 1949, alla diossina
e seguiti dal dottor Raymond Suskind. Per provare che la diossina non è
cancerogena, la MONSANTO vuole dimostrare, trenta anni più tardi, che gli
operai esposti non hanno sviluppato patologie particolari rispetto alla
popolazione normale. È il dottor George Roush, direttore medico della MONSANTO,
che supervisionerà il contenuto degli studi della MONSANTO pubblicati nel 1980,
1983 e 1984.
Se ne può dubitare?
Gli studi della MONSANTO si concluderanno,
ovviamente, con l’assenza di ogni correlazione tra l’esposizione al 2,4,5-T dell’AGENT
ORANGE e il cancro.
I veterani accettano, allora, un accordo
conciliativo e, il 7 maggio 1984, i produttori dell’AGENT ORANGE mettono sul
tavolo 180 milioni di dollari. Il giudice ordina che il 45.5% della somma sia
pagato dalla MONSANTO, a causa della forte percentuale di diossina nel suo 2,4,5-T.
È così che 40mila veterani riceveranno,
secondo i casi, un aiuto compreso tra i 256 e i 12.800 dollari. Il caso è chiuso,
ma lascia un gusto di amaro in bocca ai veterani, che debbono contentarsi di risarcimenti
ben inferiori alle spese sanitarie cui debbono fare fronte.
Agli inizi degli anni 1980, alcuni
ricercatori vietnamiti si rendono conto dell’esplosione di cancri, di effetti
teratogeni… ma gli Stati Uniti non ne riconoscono i metodi.
Dopo aver tentato,
per più di venti anni, di negare le conseguenze sanitarie dell’AGENT ORANGE, il
governo americano capitola. Nel febbraio del 1991, il Congresso vota l’Agent Orange Act, che stabilisce una “presunzione ufficiale di relazione con il
servizio” nel caso di ex-combattenti del Vietnam affetti da linfonodi o da
sarcomi. Di più, si è constatato un aumento del numero di cancri tra i
contadini del Kansas e del Nebraska
esposti alla diossina. La legge impone alla National Academy
of Sciences di pubblicare una
lista delle malattie imputabili al prodotto e di aggiornare questa lista ogni
due anni. Al 2005, una ventina di affezioni saranno repertoriate: leucemia linfoide, sarcoma, morbo di
Hodgkin, cloracne, cancro della
prostata e delle vie respiratorie, spina bifida...
Nel 1999, circa 20mila veterani sud-coreani sporgono
due denunce separate contro le imprese di diserbanti, reclamando 5 miliardi di
dollari. Perdono in prima istanza, nel 2002, ma si appellano e vincono, il 26
gennaio 2006. La giustizia condanna MONSANTO e DOW CHEMICAL a versare 62
milioni di dollari a 6.800 persone, ciascuna delle quali dovrebbe ricevere tra
i 6.200 e i 47.500 dollari.
Il 31 gennaio 2004, la Vietnam Association For Victims of Agent Orange (VAVA), presenta un ricorso collettivo contro le società produttrici
dell’AGENT ORANGE – tra le quali la MONSANTO e la DOW CHEMICAL – per crimini
contro l’umanità e crimini di guerra. La prima udienza di questo processo ha
luogo, il primo marzo 2005, a
New York. Il 10 marzo, la Corte Distrettuale rigetta l’azione legale. L’associazione
ricorre in appello, l’8 aprile 2005. Nel giugno del 2007, in occasione della
visita di sei giorni del presidente vietnamita Nguyen
Minh Triet, negli Stati Uniti, parlando della causa
riaperta di fronte alla Corte di Assise, a Washington, George
W. Bush (1) liquida l’argomento con poche, significative parole:
“Non
saranno dei contenziosi giudiziari a fermare la collaborazione produttiva tra gli
Stati Uniti e il Vietnam.”
Il 22 febbraio 2008, a New York, la Corte
di Appello degli Stati Uniti conferma il giudizio, precedentemente, espresso
dalla Corte Distrettuale, motivando la decisione in base a numerosi principi
giuridici. Tra questi, si afferma l’impossibilità di classificare l’AGENT ORANGE come arma letale, in quanto semplice
erbicida, pur contenente diossina, sostanza letale per l’uomo. Di conseguenza,
le aziende produttrici e il governo americano non sono imputabili di reato, perché
si sono limitati a fare uso di un “normale” diserbante, i cui effetti,
drammaticamente visibili, sulla salute delle persone, sono “effetti
collaterali” del diserbante stesso. Agli inizi di marzo del 2009, la Corte
Suprema degli Stati Uniti rifiuta di rivedere il primo giudizio pronunciato, l’anno
precedente, dalla Corte di Appello di New York, a motivo che l’AGENT ORANGE è
stato utilizzato come defoliante e non come sostanza tossica nei confronti delle
popolazioni umane
Il diserbante killer non è condannabile, l’arma chimica sì.
E se la sostanza è ambedue le cose?
Si tratterebbe, dunque, di un semplice
problema di dizionario?
Di fatto, la Corte Suprema degli Stati Uniti
ha, molto semplicemente, scagionato lo Stato americano e le società implicate nella
produzione del defoliante.
Questo crimine umano e ambientale resta,
dunque, impunito.
Nel maggio del 2009, il Congresso americano pubblica
un rapporto sulle Vietnamese
victims of Agent Orange
and U.S.-Vietnam relations. L’autore, Michael M. Martin, sottolinea
la necessità di stabilire buoni rapporti con il Vietnam nella situazione
geopolitica attuale e poiché la questione dell’AGENT ORANGE, ultima
sopravvivenza della guerra, è un ostacolo, suggerisce di trattarla in modo
umanitario senza riconoscere – il rapporto insiste su questo punto – alcuna
responsabilità a tale riguardo.
Alcuni grandi giornali americani riprendono
il dibattito, ponendosi la stessa domanda:
“Il
Vietnam è abbastanza importante perché gli Stati Uniti si impegnino seriamente sul
problema dell’AGENT ORANGE?”
La risposta va da sé e gli incidenti nel Mar
della Cina Meridionale la giustificano ancora di più. Nelle sue conclusioni, il
rapporto Martin suggerisce l’adozione di un piano pluriennale di aiuto al
Vietnam come una della misure atte a favorire il soft power degli Stati Uniti in Asia.
Il 28 giugno 2010, mentre l’United Nations Development Programme (UNDP)
dà l’annuncio di un progetto di 5 milioni di dollari per la decontaminazione dell’aeroporto
di Bien Hoa, nei pressi di Ho Chi Minh-City (l’ex-capitale Saigon), sotto l’egida
di una organizzazione indipendente, la Global
Environment Facility, gli Stati Uniti decidono di stanziare 32 milioni di
dollari per il risanamento della zona di Da Nang.
Il 19 novembre 2010, l’United States Agency for International Development (USAID) informa del
piano biennale, a partire dal luglio del 2011, il comitato popolare della
città, e un accordo è firmato con il ministro vietnamita delle risorse naturali
e dell’ambiente.
Il maggio scorso, due veterani americani
rivelano che l’US Army ha sotterrato,
nel 1978, uno stock di AGENTE ORANGE
(circa 50mila litri) nella base militare US di Camp Carroll, a Chilgok, situato a 300 chilometri a
Sud-Est di Seul, nella Corea del Sud. Un altro ex-combattente dichiara di aver
partecipato, nel 1963-64, al sotterramento di prodotti chimici a Camp Mercer,
situato a Bucheron, nei pressi della capitale sud-coreana.
Il 18 giugno scorso, in una cerimonia
ufficiale, i due Paesi danno il via al programma comune di bonifica dell’aeroporto
di DaNang.
La realpolitik
dell’amministrazione Obama ha, dunque, un effetto collaterale positivo.
L’esigenza di giustizia resta.
Gli Stati Uniti trarrebbero onore,
riconoscendo la loro responsabilità verso il Vietnam e i vietnamiti.
Similmente, le compagnie che hanno fabbricato
i defolianti, ne hanno nascosto la tossicità, falsificando i risultati delle
ricerche, hanno accumulato, con la loro vendita, enormi benefici e finanziato
la loro riconversione nell’agroalimentare.
Il Vietnam ha bisogno di un aiuto massivo.
Le vittime non possono attendere.
“O
Grande Spirito, concedimi
la
Serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il
Coraggio di cambiare le cose che posso cambiare
e la
Saggezza di capirne la differenza.”
Preghiera Cherokee
Note:
(1)
Il 20 marzo 2005, l’amministrazione Bush aveva annunciato l’annullamento di un
programma di ricerca binazionale tra gli Stati Uniti e il Vietnam, che doveva
vertere sulla popolazione vietnamita e, principalmente, sulla connessione tra
l’esposizione alla diossina e le malformazioni congenite. Questa decisione
unilaterale significava il rinvio di ogni possibile azione giudiziaria contro i
fabbricanti dell’AGENT ORANGE, quali la MONSANTO.
Quello
stesso anno (2005), il governo neozelandese confermava che una società
nazionale, la IVON WATKINS DOW, aveva fornito i composti chimici dell’AGENT
ORANGE alle forze armate degli Stati Uniti durante la guerra. Dall’inizio degli
anni 1960 e fino al 1987, questa impresa aveva prodotto il diserbante
2,4,5-T in una fabbrica di New Plymouth.
Durante la guerra del Vietnam, la produzione, acquistata dai militari americani,
era trasportata, per nave, fino alla base di Subic Bay, da dove era utilizzata
nell’Asia del Sud-Est.
Copyright © 16 ottobre 2011 ADZ
Daniela Zini
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