IO CREDO DI AVERLO, GIÀ, DETTO, STO INIZIANDO A PERDERE LA PAZIENZA E A CHI STRAPARLA E VORREBBE FARMI CREDERE CHE SI PREOCCUPA DEGLI ULTRA60 ANNI, VORREI RICORDARE CHE, IN ITALIA, DIVERSAMENTE DAGLI ALTRI PAESI EUROPEI E DA CHI HA, PARACULESCAMENTE, RIPRISTINATO, IN ITALIA, IN PIENA CRISI ECONOMICA DA COVID-19, PER SÉ E PER I PROPRI PRONIPOTI UN VITALIZIO, SI VA IN PENSIONE A 67 ANNI.
ANZI, VISTO CHE NON LO DICE, SEMPRE A CHI STRAPARLA E VORREBBE FARMI CREDERE CHE SI PREOCCUPA DEGLI ULTRA60 ANNI, VORREI RICORDARE, SE NON LO SA O FINGE DI NON SAPERE, CHE:
il Libro Verde sull’Invecchiamento Demografico della Commissione Europea suggerisce, per garantire la sostenibilità, a lungo termine, dei diversi sistemi previdenziali, di innalzare l’età pensionabile a 70 anni e, in Italia, a 71 anni.
In Europa si vive, anche se sempre più male, sempre più a lungo e, come evidenzia il citato recente Libro Verde sull’Invecchiamento Demografico della Commissione Europea, l’allungamento della vita media porta con sé anche qualche “inconveniente”.
“Viviamo più a lungo delle generazioni che ci hanno preceduto, e in migliore salute: è uno dei successi e dei punti di forza della nostra economia sociale di mercato, ma anche l’origine di nuove sfide e nuove opportunità che non possiamo trascurare.”,
ritiene la commissaria per la democrazia e la demografia Dubravka Šuica, che soggiunge:
“Il Libro Verde dà avvio a un dibattito sul modo in cui sfruttare al meglio le potenzialità di una popolazione che invecchia, con i propulsori d’innovazione che comporta e con le risposte che esige dalla politica.”
Tra gli effetti collaterali dell’allungamento della speranza di vita – conosciamo, oramai, a memoria, la storiella che ci viene propinata! – c’è, senza dubbio, la sostenibilità, a lungo termine, dei sistemi previdenziali.
Lo scenario demografico è noto: una popolazione più anziana porta con sé meno lavoratori che dovranno farsi carico di un numero maggiore di pensionati, come se quei pensionati non avessero versato di tasca loro i contributi per maturare uno straccio di pensione!
In questo contesto, la ricetta della Commissione Europea è semplice: allungare ulteriormente la vita lavorativa, non potendo – ahimè, per loro! – accorciare quella biologica, almeno a quanto si legge, sempre, nelle pagine del citato recente Libro Verde:
“Vite lavorative più lunghe sono la risposta chiave a questo problema.”
Nello specifico, per mantenere l’old-age dependency ratio su livelli attuali fino al 2040, sarà inevitabile, come afferma la Commissione Europea sulla base di numeri dell’Eurostat, portare la vita lavorativa della popolazione fino alla soglia di 70 anni: solo allora sarà possibile andare in pensione!
La soglia di 70 anni costituisce una media delle varie situazioni nazionali.
A Malta, in Ungheria e in Svezia, a esempio, sarà sufficiente portare l’età di pensionamento a 68 anni.
In Lituania e in Lussemburgo, viceversa, la vita lavorativa dovrà essere estesa a 72 anni.
E in Italia a 71 anni!
“Già nel 2019”,
si legge nel documento,
“l’old-age dependency ratio variava dai 22 del Lussemburgo ai 39 dell’Italia e ai 38 della Finlandia.”
“I sistemi previdenziali potrebbero supportare più lunghe vite lavorative adattando i requisiti di età o carriera, i tassi di competenza o i benefici per riflettere automaticamente la più alta aspettativa di vita: limitare i pensionamenti anticipati ai soli casi oggettivamente giustificati e stabilire un diritto generale a lavorare oltre l’età di pensionamento, nonché schemi flessibili di uscita dal mercato del lavoro, possono aiutare a rendere i sistemi previdenziali adeguati e sostenibili.”
ERGO, SE DEVI SMALTIRE LE DOSI, NON CONTARE SU DI ME [https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/anziani-non-autosufficienti-invalidita-calvario-avere-cio-che-spetta-come-ridurre-tempi/0cc2365e-b649-11eb-8229-cdeaa8e61468-va.shtml]!
BUON INIZIO DI SETTIMANA E BUONA GIORNATA.
M A L E F I C A
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