1939
Quando Aragon auspicava la Pace…
“I know not with what weapons World War III will be fought, but World War IV will be fought with sticks and stones.”
Albert Einstein
A tutti i Ragazzi della Terra che hanno diritto a un Mondo Migliore e ai tanti Lazzaro, Uomini Invisibili, di cui non conosciamo il nome e non vediamo il volto, ma che scelgono di sacrificare la propria Vita per la nostra, come il mio protagonista di ACRONIA.
I nostri ragazzi non sanno che le guerre – si deve ben chiamarle con il loro nome – hanno, sovente, odore di petrolio, come in Medio Oriente, o tanfo di colonialismo, come in Africa, o ancora infiorano i succulenti contratti di armamenti.
La banalizzazione della guerra veicolata dallo spirito della difesa – la parola guerra è, accuratamente, cancellata dai programmi – contribuisce a far accettare con passività e fatalismo, quello che resta un flagello della nostra epoca, con spese militari irrazionali.
Gli istigatori dell’“educazione alla difesa” non hanno, mai, fatto mistero che uno dei loro obiettivi è, egualmente, soddisfare i bisogni di reclutamento degli eserciti.
Per fare questo, le porte degli edifici scolastici sono loro spalancate.
Convinto da un discorso ingannevole, che gli fa luccicare l’ingaggio militare come null’altro che un banale piano di carriera, il giovane che firma il contratto non può, realmente, avere coscienza che il mestiere delle armi non è un mestiere come gli altri, in cui si può uccidere o morire su ordine.
Alla fine del 1938, mentre i Francesi si apprestano a festeggiare il nuovo anno e la minaccia della guerra agita i loro animi, il Poeta Louis Aragon torna sull’ultimo anno e invoca la Pace.
Più che mai, l’Europa è in preda alla violenza.
In Spagna, dove la Guerra Civile infuria dal 1936, i nazionalisti stanno guadagnando terreno sui repubblicani.
Tra il febbraio del 1937 e il gennaio del 1939 i trimotori italiani Savoia-Marchetti S.M.79 colpirono più volte Barcellona e altre 143 località catalane.
“Era una mattina radiosa, che anticipava la primavera. Il cielo era azzurro, il sole sfavillava come uno specchio. Gli uccelli cantavano. Nei parchi e nei giardini le violette sbocciavano luminose [...] Sorde tuonarono le esplosioni, migliaia di occhi sorpresi e attoniti si levarono in alto. E videro come sulla città volava la morte... La morte di metallo. La morte nera e sinistra [...] la morte che era arrivata silenziosa, inattesa, tacita, scesa dagli spazi brillanti per mietere vite in fiore.” ,
si legge sulla rivista catalana La Humanitat il 31 gennaio 1938, all’indomani di un terribile bombardamento aereo effettuato su Barcellona dall’Aviazione Legionaria di Benito Mussolini. I raids aerei si inquadravano nelle operazioni di supporto militare che Benito Mussolini e Adolf Hitler garantirono a Francisco Franco. I bombardamenti italiani sulla Catalogna e su Barcellona sono una delle pagine più oscure e meno note della nostra Storia, e hanno giocato un ruolo rilevante nella caduta della Seconda Repubblica spagnola, nonché nei conflitti che scoppiarono di là a poco.
Foto di esiliati spagnoli, scattata da Robert Capa e pubblicata sul quotidiano francese Ce soir, nel gennaio del 1939.
Barcellona sotto bombardamento il 17 marzo 1938, in una foto dell’Aviazione Legionaria delle Baleari.
“Iniziare da stanotte azione violenta su Barcellona con martellamento diluito nel tempo.”,
è il testo del telegramma inviato da Roma al generale Vincenzo Velardi, capo dell’Aviazione Legionaria di stanza a Maiorca, il 16 Marzo 1938. Il capoluogo della Catalogna fu investito, per due giorni consecutivi, da 44 tonnellate di bombe, sganciate a intervalli di 3 ore, che causarono circa 1.000 morti tra la popolazione civile. Fu il bombardamento più duro sofferto dalla città durante la Guerra Civile spagnola, una violenza che suscitò la reazione sdegnata del segretario di stato americano Cordell Hull, Premio Nobel per La Pace 1945, appoggiato da Francia e Gran Bretagna.
Nel 1998, il Parlamento tedesco ha presentato scuse ufficiali per la distruzione di Guernica, la cittadina basca rasa al suolo dall’aviazione nazista nel 1937.
L’Italia non ha, mai, ammesso la propria responsabilità per i bombardamenti sulla Catalogna, allineandosi al Pacto del Olvido, in vigore tra le istituzioni spagnole dopo la caduta del franchismo.
In Germania, cinque anni dopo la sua ascesa al potere, Adolf Hitler ha intensificato la sua politica persecutoria nei confronti degli Ebrei e persegue i suoi obiettivi pangermanici.
Il 13 marzo 1938, il führer ha annesso l’Austria e la Gran Bretagna, disponibile ad accettare una revisione dei confini tedeschi fissati, nel 1919, dopo la Prima Guerra Mondiale, a patto che non si alteri, eccessivamente, l’equilibrio politico europeo nel suo complesso, non solleva alcuna obiezione.
Su Ce Soir, Louis Aragon rivolge i suoi auguri alla Francia e al Mondo intero in un testo intenso e combattivo. Il Poeta denuncia, in particolare, ciò che costituisce ai suoi occhi la peggiore ignominia del 1938: l’Accordo di Monaco tra Germania (Adolf Hitler), Italia (Benito Mussolini), Gran Bretagna (Arthur Neville Chamberlain) e Francia (Edouard Daladier), in base al quale, senza interpellarne il Governo, la Germania è autorizzata ad annettere parte della Cecoslovacchia, un territorio di 28.345 chilometri quadrati, popolato da 2.800.000 tedeschi e 1 milione di cechi.
Nel discorso pronunciato al suo ritorno da Monaco Chamberlain dichiarava:
“Credo che sia la Pace per il nostro tempo.”
Era un’illusione!
Hitler procedette nella sua folle espansione.
Il 16 marzo 1939, la Germania occupò Praga e il resto della Boemia, ponendo fine all’indipendenza della Cecoslovacchia.
Di fronte a questo tradimento, il Poeta invoca una reazione popolare:
“Francesi, innocenti, ingannati, traditi, impotenti e disonorati. E lo dico con tutta la forza dei milioni di Uomini che la pensano come me, perché sono i Figli del Paese della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, perché sono i Figli del Paese che fece Chartres e vinse a Valmy. Lo dico solennemente: non ci sarà Pace degna di questo nome che renda possibile nel Cuore sanguinante dell’Europa questa negazione di Giustizia e questa Ignominia.
Io auspico la Pace che annienti fin nelle sue fondamenta il ricordo stesso di Monaco.”
Aragon fustiga quelli che fanno il gioco del fascismo, fa appello ai principi della Rivoluzione Francese e si scaglia contro tutto e tutti per la difesa degli ideali francesi:
“Il signor Léon Daudet vuole vedere quest’anno il crollo della Democrazia francese, dei principi dell’89 e di tutto il Bataclan.
Parla lo stesso linguaggio dei signori Hitler e Mussolini.
Io auspico, da parte mia, che il 1939 dichiari la Pace al Mondo, per riprendere le parole di Victor Hugo. La Pace non è la guerra civile che i nostri ipocriti sono disposti a fare ai Francesi grazie al signor Daudet.
La Pace non è la mutilazione della Francia.
La Pace non è l’asservimento dei francesi ai mercanti di guerra e alle ideologie razziste.
La Pace, io la auspico al Mondo intero. […]
E se ristabilire la Pace, come al tempo di Napoleone, la Libertà nel Mondo esige resistere armi in pugno a quelli che armi in pugno esigono che si inginocchi e si pieghi la Francia umiliata, a chi di noi ciò farebbe paura?
Io non auspico la guerra. Io auspico la Pace. Ma io dico ai signori della guerra, che portino l’ascia del littore o quella del carnefice, che si vestano di nero o di marrone, che i francesi guardano con tranquillità al 1939 e che, nonostante i Braillards, se necessario, sapranno difendere la loro Patria, non indietreggeranno davanti alla prova.”
Ed è a un altro convinto difensore della pace, “nel quale si incarna il più alto e il più puro pensiero francese” che Aragon dà la parola per concludere il 1938: lo scrittore Romain Rolland, Premio Nobel per la Letteratura 1915, che, nel 1939, presiedette il Comitato Mondiale contro la Guerra e il Fascismo.
“Il 1938 è per la Francia un anno di lutto. Ha tradito le sue amicizie internazionali, consegnato la Cecoslovacchia, abbandonato la Spagna. Un senso di vergogna e di rimorso pesa sulla nostra Democrazia. […]
Pensiamo alle Vedove e ai Bambini!
Aiutiamo i Poveri, i Feriti e i Prigionieri!
Noi sappiamo tutti che, sulla terra di Spagna, si difende la Francia. Asseriamolo!”
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Louis Aragon si impegnò nella Resistenza, creando con Elsa Triolet, sorella minore di Lili Brik, moglie dello scrittore georgiano Vladimir Vladimirovic Majakovskij, il Comitato Nazionale degli Scrittori per la Zona Sud e il quotidiano La Drôme en armes.
Sia questa Pasqua 2024 una Pasqua di Pace secondo gli ideali difesi da Louis Aragon, ma per questo si dovrà capire e sapere chi vuole cosa.
Buona Domenica di Lazzaro a Voi e alle Vostre Famiglie!
Bea&Daniela
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