“Non c’ero e non conosco cosa accadde…
diffido della storia ufficiale
non ci vedo mai riferimenti alla gente comune.
Ho viaggiato per il mondo, senza tregua senza sosta, per lunghi anni. E quello che porto nel cuore non sono personaggi ma persone, gente comune e il loro quotidiano. Ogni loro racconto per me è un piccolo grande tesoro, di un valore inestimabile.
Non c’ero e non conosco cosa accadde…
ma so che oggi vivo un presente da uomo libero.
E questo mi basta per credere che oggi sia un giorno speciale.”
Anton Vanligt
Prendere delle decisioni non è mai facile, perché decidere vuol dire prendere una strada ben precisa, abbandonandone un’altra.
Ogni strada porta in una direzione e, molte volte, tornare indietro non è quasi mai possibile, quindi, prendere una decisione vuole dire avere delle conseguenze, scegliersi, indirettamente, una serie di avvenimenti e fare in modo che altri non si avverino mai.
A volte non è facile decidere, perché le decisioni non riguardano solo noi, ma anche una parte di Esseri che ci circondano. Le conseguenze che noi decidiamo, indirettamente, di subire, coinvolgono, inevitabilmente, anche il Destino di chi ci è vicino, per un motivo o per l’altro. Allora le decisioni si fanno più complicate, le variabili in gioco sono molte di più e propendere per una scelta o per l’altra diventa più complicato. Più il tempo passa e più le variabili in gioco aumentano, piccoli dettagli ci vengono in mente e divengono importanti, aspetti che, subito, non appaiono evidenti si affacciano nella nostra mente, rendendo il tutto sempre più confusionario.
Tuttavia, bisogna decidere, la Vita è fatta di decisioni.
Io sono convinta che ognuno di noi sappia, esattamente, che decisione arriverà a prendere, perché il subconscio ci conosce meglio di quanto la nostra mente ci sembra suggerire, ma il complicato è far emergere questa consapevolezza. Non a caso, chi ci ascolta sa perfettamente quale sarà la decisione che noi prenderemo, anche quando siamo nel pallone e la decisione sembra un monte da scalare.
Metabolizzare quella consapevolezza interiore, che agli Altri sembra pressoché evidente, non è dilettevole!
Pensare poco porta a conclusioni affrettate, molto spesso, avventate e rischiose, ma pensare troppo è altrettanto inutile, perché ci si tormenta per nulla, senza arrivare a una decisione migliore.
Io credo che l’importante sia scegliere sulla base della motivazione che si ritiene la più giusta, essere convinti delle proprie scelte e proseguire la propria strada, a testa alta, prendendo, sempre, le cose migliori da ogni piccolo aspetto.
Non è ciò che facciamo di tanto in tanto che conta, ma le nostre azioni costanti.
E qual è il padre di qualsiasi azione?
Che cosa, alla fine, determina ciò che diveniamo e dove andiamo nella Vita?
La risposta è: LE NOSTRE DECISIONI.
Se non siamo capaci di prendere decisioni per noi stessi, Altri le prenderanno per noi e noi vivremo una Vita in catene!
“...il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra Storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita. C’è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi. Il revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci sono state anche pagine poco onorevoli; e molti di noi, delle Brigate Partigiane, erano raccogliticci. Ma nella Resistenza c’è il riconoscimento di una grande dignità. Cosa sarebbe stata l’Italia agli occhi del Mondo? Sono un vecchio cronista, testimone di tanti fatti. Alcuni sono anche terribili. E il mio pensiero va ai colleghi inviati speciali che non sono ritornati dal servizio, e a quelli che speciali non erano, ma rischiavano la Vita per raccontare agli altri le pagine tristi della Storia.
I protagonisti per me sono ancora i fatti, quelli che hanno segnato una generazione: partiremo da uno di questi, e faremo un passo indietro per farne un altro, piccolo, avanti. Senza intenzione di commemorarci.”,
scriveva Enzo Biagi sul Corriere della Sera, il 22 aprile 2007.
Nel ricordo doveroso del Passato, volgeva il suo sguardo preoccupato al Presente e rifiutava, in maniera decisa, ogni subdolo tentativo di annacquare o di rimuovere la Memoria.
E, in questo senso, possiamo ancora dare ben ragione a Enzo Biagi: “una certa Resistenza non è mai finita”!
PROTEGGERE LA MEMORIA, TUTTO QUI!
La Memoria è patrimonio della Collettività da custodire, coltivare e tramandare nel suo altissimo significato ai nostri Ragazzi affinché loro proseguano con la consapevolezza che nulla è MAI scontato nel percorso di crescita e di difesa della LIBERTÀ e non si sottraggano alle brutture dei tempi che corrono nello sterile tentativo di girare le spalle a Chi soffre.
Io lo sto, già, facendo...
Buon 25 aprile a Voi e alle Vostre Famiglie.
Bea&Daniela (Zini)
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